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L'Intervista

Elis, parola a Marco Sibio: "Una vita con questi colori"

L'istruttore degli Esordienti 2013 racconta la sua esperienza nella polisportiva biancazzurra

11 Marzo 2025

Elis, parola a Marco Sibio: "Una vita con questi colori"

Marco Sibio, istruttore degli Esordienti 2013 (Foto©Elis)

L’Elis fa della crescita dei ragazzi il punto centrale del proprio lavoro e tutto questo è ancora più evidente nella Scuola Calcio. Il gruppo di Esordienti 2013 è stato affidato a Marco Sibio, esperto istruttore e da anni collaboratore della società, che ha iniziato un percorso di crescita sportiva e non solo con i suoi ragazzi: "Questo gruppo è al primo anno di calcio a 9. Tutti gli allenamenti sono incentrati sempre sul lavoro con la palla. Ci tengo a sottolinearlo perché non lavoro mai a secco senza pallone. Sui tre allenamenti settimanali cerco di strutturare il martedì con dei giochi, con partite a tema con vari obiettivi: ampiezza, ricerca del terzo uomo, profondità, smarcamento. Il giovedì, invece, facciamo un po' più il lavoro sui duelli, quindi uno contro uno, due contro due, tre contro tre, che in questo tipo di calcio sono fondamentali. Infine, il venerdì facciamo quasi tutta partita, che però divido in tre fasi: la prima si concentra sugli obiettivi che abbiamo lavorato durante la settimana, quindi ricerca del terzo uomo, dello smarcamento, della profondità; poi metto degli obiettivi all'interno della gara; mentre nell'ultima mezz'ora una partita normale lasciando liberi i ragazzi. È una preparazione al sabato quando poi si scende in campo per la gara vera è propria. Un’altra cosa che abbiamo aggiunto negli ultimi mesi è l’allenamento delle finte individuali, cosa a cui non avevo mai pensato prima. Mi faccio aiutare il venerdì da un ragazzo molto tecnico che gioca in prima squadra e loro si divertono molto perché sono tutte giocate che vedono in televisione. Alleniamo il gesto tecnico e vedo che poi riescono a riproporlo anche in partita, cosa non scontata e che faccio sempre notare quando succede".

Successivamente Sibio racconta su quale aspetto ha dovuto soffermarsi maggiormente in questo percorso di crescita: "Sin dall’inizio ho stabilito delle linee da seguire e quella principale riguardava l’aspetto caratteriale in cui all’inizio peccavamo, più che quello tecnico o tattico, di gruppo o individuale. Eravamo un po’ superficiali, poi abbiamo affrontato squadre in cui abbiamo visto ragazzi con la mentalità da calciatori a livello di approccio alla gara e alla competizione. Devo dire che da settembre ad oggi ho visto un notevole miglioramento su questo aspetto, i ragazzi si sono calati bene nell’ambiente. Hanno capita che se presa sì come gioco, ma sempre seriamente avrebbero avuto dei risultati maggiori rispetto a giocare per passare le giornate. Si tratta semplicemente di spirito competitivo, mantenendo sempre le giuste proporzioni. Non facciamo drammi se si perde, ma cerchiamo di migliorare l’approccio affinché loro crescano con una competizione sana. Mi preme soprattutto questo, che capiscano qual è il valore dello sport e del calcio in particolare – per quanto riguarda l’aspetto tecnico, invece – Ad inizio anno, come in tutte le squadre, non avevamo una rosa omogenea. Cerchiamo il più possibile di non dividere le squadre, è una societa che mira all’inclusione, ma è normale che lavoriamo con ragazzi che sono più pronti rispetto ad altri. Con il mio collaboratore da gennaio abbiamo iniziato a fare dei gruppi di lavoro per concentrarci sulle carenze da migliorare. Io prima vedevo che alcuni si sentivano un po’ meno, ora, invece lavorando in questo modo c’è molta più partecipazione, i ragazzi hanno fatto più gruppo e possono contare anche su persone di cui prima magari non si fidavano così tanto".

Infine, l’istruttore descrive cosa significa per lui fare parte di una società come l’Elis: "Io sono all’Elis dal 1989. Dagli esordienti ho passato tutta la mia carriera in questa società. Sono andato qui a scuola e adesso faccio il tecnico, collaboro con la prima squadra, con i ragazzi della Prima Categoria. Non ho fatto altre cose al di fuori dell’Elis, per me questa è casa mia. Quando vado al campo sto proprio bene, è una seconda famiglia. Sono uno dei più anziani della società visto che sto qui da 36 anni. È un’emozione indescrivibile".  

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