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L'INTERVISTA
26 Giugno 2025
Francesco Bellinati (Foto ©Cardini)
Quando abbiamo raccolto qualche settimana fa l'indiscrezione di una trattativa ben avviata tra Francesco Bellinati e il Tor di Quinto siamo balzati dalla sedia e non siamo stati i soli. Ce ne siamo accorti una volta resa pubblica la notizia, con le suonerie degli smartphone dei nostri giornalisti che hanno iniziato a trillare assiduamente fino al giorno dopo. Nonostante le conferme raccolte, però, erano in tanti a scommettere tra gli addetti ai lavori e appassionati che si trattasse di un'infatuazione di primavera inoltrata, pronta a spegnersi già nei primi giorni d'estate. Anche i più scettici, però, hanno dovuto ricredersi, tutti i tasselli si sono incastrati al posto giusto, gli ultimi dettagli sono stati limati e l'affare, il più rumoroso nello scenario delle panchine giovanili laziali degli ultimi anni, si è chiuso. Il grande antagonista, colui che più di ogni altro ha cercato di minare la superiorità di via del Baiardo nella Juniores, ha scelto il rossobù dei Testa. Convinto dalla proprietà, dalla famiglia, da un progetto solido ed ambizioso, ma senza dubbio anche da un qualcosa che va oltre. Perché è innegabile che Bellinati e Tor di Quinto insieme rappresentano un qualcosa di romantico, di affascinante. Inutile negare che la scelta del tecnico non è stata scontata e che le offerte non mancavano. Anche di club attualmente più solidi nella programmazione e nell'assetto societario, un dettaglio non da poco. Ma alla fine ha vinto "l'irrazionalità" come ci spiega il nuovo direttore tecnico ospitandoci nel suo nuovo ufficio, situato proprio accanto a quello del Lidér Maximo. Vederlo muoversi nel centro sportivo intitolato a Paolo e Vittorio Testa fa un certo effetto, impossibile negarlo. Eppure, al tempo stesso, la sua presenza sugli argini del Tevere è parsa immediatamente naturale. Probabulmente perché dietro il superficiale dualismo che per anni ha caratterizzato il settore giovanile laziale, dietro le polemiche e le dichiarazioni – a volte molto forti – rilasciate da una parte e dall'altra si celevano stima e rispetto reciproci. E da qui si riparte, per riportare il Tor di Quinto dove Massimo Testa lo ha sempre immaginato e per tre decenni lo ha proiettato: davanti a tutti, più in alto di tutti.
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