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L'intervista
27 Agosto 2025
Da sinistra Leopardo e La Rosa, sopra da sin. Paolo Mormile (Direttore Agonostica), Simone Grieco (Direttore Sportivo), Roberto Matteo (Direttore Impianto)
Nel cuore pulsante di Civitavecchia batte forte l’anima rossoblù della San Pio X che, alla sua sessantaquattresima stagione agonistica, propone un modello di efficienza e genuinità per certi aspetti unico, nel territorio che in questa fine estate domina nostalgicamente un tratto del Mar Tirreno. Proprio mentre la bella stagione pian piano evapora, nel quartier generale caro al presidente Marco La Rosa, viene pianificata minuziosamente la stagione 2025/2026. "Siamo pronti per la nuova annata come sempre e felici di proporre il nostro modo di vivere il calcio - narra il patron del noto club - per noi della San Pio X il calcio è un status sociale che ci emoziona; cerchiamo di mettere a proprio agio bambini e genitori: è la nostra romantica missione". A via dell’Immacolata lo storico nido rossoblù, pur tra innumerevoli difficoltà, strutturalmente si dipana. "Cerchiamo di rendere accogliente l’ambiente sportivo tramite delle migliorie. Ci piacerebbe avere un campo in erba, perché il calcio è meraviglioso giocarlo sul manto erboso; ci stiamo lavorando, i risultati sono in divenire, non è facile, ma restiamo ottimisti". Sulla stessa lunghezza di La Rosa il direttore generale del club Enrico Leopardo. "La struttura per noi è prioritaria. Nel nostro centro è la serenità dell’atleta che viene messa al primo posto; è così da sempre alla San Pio X. Abbiamo stretto un accordo col Tolfa che ci soddisfa pienamente. Anche in collina vedono le dinamiche del calcio come le pensiamo noi; è anche grazie al Tolfa che ad inizio settembre, i ragazzi diretti dalla nostra ex stella Daniele Castagnola, saranno ospiti in un convento per prendere parte ad un mini ritiro che li arricchirà soprattutto dal punto di vista umano, poiché saranno avvolti dalla semplicità, nel benessere di un’atmosfera umile e rilassante". Per Leopardo la San Pio X è una parte di sé da cui non si può né si potrà mai staccare: "La San Pio X - conclude il DG - per me ha rappresentato sin da bambino tanto; ho vissuto le sue vicende in ogni sua più intima sfaccettatura grazie alla pura passione paterna fortunatamente ereditata. Ho un carica ora ma qui faccio un po’ tutto: dedico a questi colori rossoblù, che amo tanto, una fetta sostanziosa del mio tempo. Ma lo faccio col cuore perché mi piace pensare che da noi arrivano ragazzi che alla San Pio X contribuiamo a far divenire nel tempo brave persone".
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