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Il tecnico portoghese, complice l'assenza di diversi giocatori impegnati con le rispettive Nazionali, ha chiamato a rapporto tanti giovani di Primavera e Under 18
31 Agosto 2021
Alcuni dei giovani in prima squadra (FOTO ©As Roma)
C'è chi è reduce da una cocente delusione e chi dal viaggio che lo ha portato sul tetto d'Italia. Nella scorsa stagione 2003 e 2004 della Roma hanno realizzato un percorso molto simile, rispettivamente in Under 18 e Under 17, un percorso che si è però concluso in maniera diametralmente opposta. I primi sono stati piegati dai pari età del Genoa nella finale Scudetto. I secondi lo Scudetto se lo sono cucito sul petto, raddoppiando il tricolore conquistato tre anni prima. "C'è sempre un'altra stagione" come direbbe Paul Ashworth in Febbre a 90°: la delusione di uno Scudetto perso, così come la gioia per un campionato vinto, non sono nulla rispetto a quanto accaduto ad alcuni giovani giallorossi nella giornata di ieri. I 2003 Cristian Volpato, Yuri Rocchetti, Marzio Di Bartolo; i 2004 Francesco D'Alessio, Leonardo D'Alessio, Luigi Cherubini, Niccolò Pisilli, Dimitrios Keramitsis. Tutti. Al meglio delle proprie possibilità. Con chi? Con la prima squadra, e già questo farebbe tremare le gambe anche ai più audaci. Ma come se non bastasse, a guidarli durante l'allenamento è stato ovviamente lo Special One, Josè Mourinho. Roba che fino a qualche mese fa sti giovanotti de 'sta Roma bella avrebbero riso a crepapelle davanti alle parole di quello che sarebbe stato un pazzo ad immaginare tutto ciò. Ed invece no. Tutto è così incredibilmente, magicamente, vero. Ed allora eccoli Volpato e fantasia, Rocchetti e tenacia, Di Bartolo e geometria. Insieme ai gemelli D'Alessio, Cherubini, Pisilli e pure il neo arrivato Keramitsis. Tutti insieme a correre al fianco dei più grandi, eccezion fatta per i calciatori impegnati con le proprie Nazionali. Chissà se dormiranno questa notte i giovani giallorossi, ben consapevoli che la strada resta comunque ripidissima, ma allo stesso tempo proveranno a scaricare tutta l'adrenalina in corpo di una giornata d'ordinaria follia. O almeno ce li immaginiamo così, perché "forse è qualcosa che non puoi capire se non ci sei dentro". Vero Paul?
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