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La seconda firma è solo un contorno. Pisilli, il cervello della Roma
Il match di Ascoli ha rappresentato l'ennesima certificazione della forza dei 2004 giallorossi. Un 2-4 abbastanza agevole, se pur con qualche difficoltà in più rispetto al solito, almeno dal punto di vista del risultato (Roma-Milan 3-0 docet), che ha confermato quanto la formazione di Giuseppe Scurto sia quella più gettonata per i vertici del girone. Perché questo gruppo è abituato a primeggiare, sin dai tempi dell'Under 15, fino alla recente stagione in Under 17. I sei punti nelle prime due sono stati quasi dovuti, per certi versi scontati, ma evidentemente i margini di crescita, collettivi ed individuali, sono ancora molto molto ampi. Passi avanti che i lupacchiotti stanno compiendo pian piano, tra un allenamento in Primavera ed uno in prima... squadra, con Josè Mourinho. Stringiamo allora il cerchio e concentriamoci su Niccolò Pisilli, teoricamente centrocampista, praticamente tuttocampista. Il 2004 giallorosso è reduce mesi densi di grandissime soddisfazioni che lo hanno visto nell'ordine essere promosso in Under 18 da sotto età, vincere lo Scudetto con l'Under 17, venire convocato dalla Nazionale e per un paio di allenamenti con capitan Lorenzo Pellegrini e compagni. In mezzo, nel corso dell'estate, anche la firma sul primo contratto da professionista. Senza se e senza ma, Pisilli si sta rendendo protagonista di una vertiginosa crescita che passa, per certi versi, anche per un'evoluzione nell'interpretazione del ruolo di centrocampista. Niccolò è stato quasi sempre l'incaricato di architettare le manovre capitoline, con un'attenzione alla fase difensiva, certo, ma mai come negli ultimi tempi. É stato forse proprio questo il freno durante Roma-Milan in cui, pur giocando bene e trovando la rete del tris, a tratti è mancato di lucidità. Ma ormai anche l'approccio nei confronti di Primavera e Under 18 sta cambiando, a dirlo esplicitamente è stato proprio Alberto De Rossi nell'intervista post Roma-Hellas Verona con lo storico tecnico giallorosso che si è concentrato sull'aspetto difensivo: "La Primavera ha 'abbandonato' il settore giovanile, è una seconda squadra e dobbiamo cercare di formare i giocatori per la prima. Noi dobbiamo cercare di non prendere gol e di farli, però l'importante è che i nostri ragazzi facciano un percorso diverso nelle giovanili. Spesso nel vivaio le partite finiscono 5-2 o 4-3, lasciando da parte la fase difensiva per esaltare l'estro e le qualità dei ragazzi. In questa categoria - e anche in quella sotto direi (riferendosi a Primavera e Under 18, ndr), - dobbiamo far crescere la mentalità di non prendere gol. Perché se i giovani salgono in prima squadra, questo aspetto poi conta molto". Torniamo allora a Niccolò Pisilli, o meglio, reimmergiamoci nella sua prestazione contro l'Ascoli, che rispecchia proprio questo 'nuovo' approccio da parte della Roma. E dunque, il centrocampista capitolino mette in mostra una prova ai limiti della perfezione per l'abbinamento tra fase difensiva e offensiva. Recupera una miriade di palloni in mediana, stroncando sul nascere la maggior parte delle sortite offensive dell'Ascoli per poi, con grande lucidità, impostare la manovra d'attacco. Non è un caso se quasi tutte le offensive del team di Scurto siano passate per i suoi piedi. E che piedi. Tecnicamente d'un livello superiore - ma questo non lo scopriamo certamente adesso - e con un uso del corpo sempre intelligente e funzionale alla manovra, ha confermato di essere in un periodo di forma strepitoso. Dopo due gol consecutivi in altrettante gare, il Parma è avvisato.