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L'editoriale
Il periodo tutt'altro che semplice in casa Roma non ha risparmiato dalle critiche nemmeno il giovane attaccante del 2003. Ma i giovani non vanno preservati?
21 Febbraio 2022
Felix Afena Gyan durante Roma-Hellas Verona (©De Cesaris)
L'esordio e la Roma ribalta il Cagliari. Poi il giro a vuoto sotto il Duomo nella discussa gara in casa del Milan. Alla terza apparizione con la prima squadra due perle che lo hanno fatto finire sulle prime pagine di mezza Italia. Adesso il sole splende meno per Felix Afena Gyan, apparso smarrito nella trasferta con il Sassuolo e, soprattutto, nel match interno contro l'Hellas Verona di sabato. Il periodaccio vissuto dalla Roma di Josè Mourinho non sta sicuramente aiutando ma, permetteteci, andrebbe fatto un distinguo. Sarà che parlando di settore giovanile tendiamo quasi a proteggerli i "nostri" ragazzi, magari anche in maniera eccessiva, ma tutte queste critiche nei confronti dell'attaccante classe 2003 si faticano a comprendere. A parte il fatto che le cose interessanti mostrate sin qui non si fermano a Genova: vedi la freschezza infusa in ogni ingresso in campo allo spento reparto avanzato giallorosso, la punizione rimediata in Roma-Juventus dalla quale nasce il capolavoro di Pellegrini e l'ammonizione di De Ligt, poi espulso nel finale. In realtà questa situazione fornisce - nostro malgrado - un assist vincente per allargare il discorso agli altri giovani che militano nella massima serie del campionato italiano e non solo. A maggior ragione adesso che il calcio è venuto ancor di più a conoscenza di altri pezzi pregiati usciti dal vivaio romanista: Cristian Volpato e Edoardo Bove che insieme a Nicola Zalewski hanno contribuito ad evitare un'altra figuraccia in casa Roma. Da due giorni non si parla d'altro se non di una bellissima gioventù tutta giallorossa. I gol, l'esultanza, le emozioni della prima volta. Tutto procede a gonfie vele. Ma quando le cose andranno meno bene anche per loro li gettiamo sulla graticola senza remore? Niente di più sbagliato. Il percorso di Gyan è totalmente fisiologico. Si tratta di un saliscendi che ha visto come protagonisti giocatori normali ma anche campioni al loro primo impatto nel calcio dei grandi. E allora lasciamoli in pace questi ragazzi, con il diritto - ed il dovere - di poter sbagliare. Anche perché, tornando a ridurre il cerchio in casa Roma, forse è preferibile veder sbagliare un giovane per mancanza di esperienza piuttosto che un calciatore navigato e lautamente retribuito per mancanza di voglia.
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