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l'intervista
Nato a Napoli, di proprietà del Benevento, viene accostato al "puma" Emerson
01 Marzo 2022
Emmanuele De Rosa ©ASD Afragolese
Immersa in un tratto della Campania ribattezzata “terra di lavoro” trapela con sentimento viscerale la storia calcistica di un ragazzo destinato ad emergere nell’infinito ed ultra competitivo, mondo del calcio. Emmanuele De Rosa, centrocampista nato il 30 Maggio 2002, nella splendida e variopinta città di Napoli, insegue il suo sogno, indossando da circa un biennio, la maglia a strisce verticali rosso blu dell’Afragolese (serie D girone G). Il promettente ragazzo, è di proprietà del Benevento: club campano di proprietà del sanguigno Oreste Vigorito che, ad oggi, milita nel campionato di serie B, sotto la guida di mister Fabio Caserta. De Rosa è un ventenne sognatore si ma con i piedi ben piantati a terra: la testa già, di un ragazzo, diventato uomo, ben presto. “Come ogni calciatore desidero, ad occhi aperti, di indossare un giorno la maglia della Nazionale ai Mondiali. Vorrei guadagnarmi da vivere facendo il professionista magari lottando, correndo, dando tutto me stesso per un club di primissimo livello. Sono consapevole che la strada da percorrere affinché ciò avvenga è lunghissima e piena di salite ma sono pronto a tutto, determinato e soprattutto, molto consapevole delle mie potenzialità”. Accostato per caratteristiche tecniche e movenze, da Pasquale Foggia, ai tempi in cui militava con la Primavera del Benevento, ad Emerson: De Rosa è ora, per tutti, il Puma. “Sono un calciatore che ama vivere la partita a ritmi alti. Il paragone col brasiliano Emerson mi lusinga ma i miei idoli restano Allan e De Rossi. Devo migliorare ovvio, l’età è dalla mia parte ma ad esempio già, negli inserimenti, ho fatto progressi: realizzare qualche goal in più durante l’anno è uno dei miei obiettivi principali”. Nato nel quartiere di Secondigliano dove attualmente vive, cresciuto al Benevento e come detto in forza, ad oggi, all’Afragolese: tre posti dove la genuinità del popolo campano è palese, in quanto a passione. “Napoli sotto l’aspetto della passione è un qualcosa di indescrivibile. A livello calcistico le persone sono costantemente accanto alla squadra, seguono con grande interesse e trasporto le vicende del club partenopeo. Benevento emana pallone (è definita in effetti piazza pallonara ndr) dappertutto. Ho vissuto 4 anni nel convitto giallorosso. Ho imparato molto proprio sotto l’aspetto puramente umano: vivere in un posto diverso da casa tua comunque ti arricchisce dentro, ti fortifica. La festa per la Promozione dalla B alla serie A non potrò mai dimenticarla: è un ricordo incantevole che ho vivo nella mente, nel cuore, negli occhi. Afragola per me è una tappa fondamentale per un percorso di crescita. Il club è importante, la tifoseria una delle più calorose in assoluto non solo in Campania. Anche con gli stadi chiusi, i supporter rossoblu ci sono stati sempre accanto l’anno scorso, quando poi siamo riusciti a mantenere la categoria: sono stati semplicemente fantastici”. De Rosa è un profilo da professionismo ma ha scelto la D perché solo chi sa stare nel fango fino al collo e vince i propri demoni, poi sboccia. "La serie D è un campionato tosto, non puoi mai dare nulla per scontato: per un giovane in cerca di stimoli e crescita, rappresenta il top. In D maturi, ami la battaglia e non puoi più fuggire dalle responsabilità”. Talento puro e figlio di una terra, Napoli famosa nel mondo grazie all’arte teatrale immensa di Totò, dei De Filippo e di Scarpetta nel teatro, Emmanuele De Rosa è orgoglioso della sua città Natale. “Qua da noi la voglia di riscatto spinge le persone a dare il meglio di se. Sembra che nascere a Napoli o nelle periferie sia quasi una colpa ma non deve ne può essere così. I nostri paesaggi sono meravigliosi, le tradizioni uniche. La gente qua ha un cuore grandi: i luoghi comuni sono argomenti degni di chi non ha cultura”. Questo ragazzo invece oltre a danzare con passo felpato e deciso su un pallone, la cultura la cerca, la desidera. “Studio all’Università alla facoltà di scienze motorie. La mia vita contempla anche i libri: senza testa non si va da nessuna parte. Faccio una vita semplice. Sveglia presto, cibi sani, pochi svaghi, un film con la fidanzata la sera, tanto lavoro al campo e in palestra”. Alla domanda film preferito ha risposto Il Gladiatore. Un guerriero lo è già Emanuele, gemma di Secondigliano. “A dicere so’ tutt' capace, 'o difficile è 'a ffa'... diceva Eduardo De Filippo.
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