L'INTERVENTO

La voce di Daniele De Rossi: "In Italia i giovani di talento ci sono, basta cercarli"

Marco La Torre

L'ex centrocampista della Roma e della Nazionale è intervenuto al Social Football Summit: "Rispetto a prima oggi i ragazzi vivono meno la strada con il pallone tra i piedi"

Daniele De Rossi, ex centrocampista della Roma e della Nazionale, si è raccontato al Social Football Summit trattando diversi temi, dalle nuove tecnologie nel mondo del calcio alle esperienze fatte in nazionale, passando per aneddoti in giallorosso.

Tu hai vissuto un calcio senza tecnologia ad inizio carriera, ci racconti cosa è cambiato?
"Avevamo la raccolta di dati negli allenamenti, ma era appena cominciato il calcio con la tecnologia. Non c’erano i social, quel filo diretto con il tifoso e il racconto della nostra vita. Era tutto molto più intimo. Le foto con i telefoni erano appena nate e si mandavano con gli MMS.  Vivevamo in maniera diversa e più serena. Nello spogliatoio si stava insieme e si giocava a carte”

Qual è il tuo rapporto con i social?
"Ho aperto relativamente da poco il profilo Instagram perché c’erano delle pagine fake con il mio nome. Sono molto poco attivo con le interazioni, ma guardo e mi faccio gli affari degli altri. Mia moglie invece lo usa tanto essendo anche lei un personaggio pubblico e non c’è niente di male. Dipende poi quello che tiri fuori: ho visto un ragazzo in Nazionale che mentre faceva fisioterapia leggeva i commenti sotto un suo post . Per quello non c’è fisioterapia che tenga, è meglio non guardare"

Parlando al Daniele allenatore i numeri, le statistiche e i video analisi sono strumenti in cui credi?
"Oggi sono fondamentali. Ci sono degli estremismi nella raccolta e nella lettura dei dati a cui non voglio approcciarmi. Ma l’analisi dell’avversario e dei video sono troppo importanti. Secondo me si studia bene anche con l’occhio, ma bisogna farsi aiutare dai dati. Solo l’analisi però non basta, serve occhio esperto: qualche anno fa alla Roma si stava pensando di prendere un altro giocatore invece di Nainggolan perché aveva dei dati migliori, ma non c’era paragone tra lui e Radja. Bisogna valutare in base alle situazioni".

Sembra che non ci siano più giovani interessanti, da fratello maggiore cosa ti senti di dire?
"Si vive meno la strada, i parchi e la spiaggia come facevo io a Ostia. Prima non c’erano alternative, giocavi e ti allenavi e come tutte le cose se la fai 1000 volte viene tutto più facile. Adesso si fa un po’ di meno. C’è meno materia prima, ma c’è. Adesso abbiamo trovato 4-5 giocatori nelle Under inferiori che io non conoscevo. Se hai il coraggio di sceglierli le alternative si trovano. A questi giocatori consiglio di giocare, anche nelle Under: hanno la fortuna di avere un ct che li segue e che non ha paura di sceglierli, lo ha dimostrato con Zaniolo e con altri più recentemente. Il materiale c’è, basta cercarlo e valorizzare questi giovani"

Su Raspadori?
"Giacomo è veramente un ragazzo d’oro, io lo definisco un giovane gentiluomo. Guardare questi ragazzi fare lo stesso percorso che io ho fatto io anni fa emergendo in Nazionale mi rende felice. Quando ero ragazzo io, con Lippi in panchina, eravamo in 2 giovani a venire dell’Under 21 anche se avevamo appena vinto. Adesso sono più di 10 ed emergere è più difficile".

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