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Primavera 1
Con il pokerissimo sulla Juventus i giallorossi si sono definitivamente affermati in classifica, lasciando la truppa bianconera a -5
18 Novembre 2022
Esulta la Roma (Foto ©Cinelli)
Venticinque anni sono lunghi, lunghissimi. Una vita. Quella che ha dedicato Alberto De Rossi alla sua Roma. Talmente tanto sua da non lasciarla nemmeno dopo l’addio alla panchina. Lo storico tecnico è rimasto a Trigoria con il ruolo di “supertecnico”, passando dalla formazione dei giocatori a quella degli allenatori. Un lavoro in verticale, che attraversa tutto il settore giovanile della Roma e che, per primo, ha investito Federico Guidi. Il giovane tecnico è entrato a Trigoria nel miglior modo possibile, in punta di piedi. Apportando le proprie idee, ma senza rivoluzionare un metodo che da decenni porta benefici. Dopo la manita rifilata alla Juventus nello scorso weekend, “Il migliore” di Gazzetta Regionale è stato proprio lui. Un 10 in pagella meritato e strameritato. Raccogliere un’eredità pesantissima, quella di Alberto De Rossi, non è stata e non è cosa facile. Fino ad ora, però, l’attuale tecnico romanista merita solo una miriade di applausi. Per aver conferito alla Roma una propria identità sin dalla prima uscita stagionale. Per aver perseguito e rincorso le proprie idee anche nei momenti di difficoltà, che a dir la verità sono stati veramente pochi. E così, l’armata di Federico Guidi si ritrova prima in classifica, assoluta dominatrice del campionato con cinque punti di vantaggio e che, soprattutto, esprime il miglior calcio d’Italia. E non è sicuramente follia affermare che un un gioco così spumeggiante, nelle primavera italiane, non si vedeva da tanto tempo. Quello che più ha stupito di questa squadra, però, è stato l’equilibrio. Non solo quello che la Roma raggiunge in ogni gara, nonostante un’evidente propensione ad offendere. Sempre e comunque. Ad oltranza. Senza però dimenticare mai una fase difensiva in cui i giallorossi sono migliorati in maniera eloquente. Keramitsis e soprattutto Chesti - che finalmente ha anche trovato la Nazionale proprio pochi giorni fa - hanno alzato un vero e proprio muro davanti a Baldi. Insieme a Missori e Oliveras, i due esterni, che a supportare la manovra offensiva non hanno mai rinunciato. Faticanti in cabina di regia ad orchestrare le sinfonie giallorosse cercando al contempo di interrompere quelle avversarie. Pagano e Pisilli, che sono due intermedi di qualità e - in teoria - poca difesa. Per concludere con Satriano, Cassano e Cherubini, il trio d’attacco. Quindi chi difende? Solo i due centrali? Neanche per sogno. Questa è una squadra che sembra più da calcetto che da calcio a undici. Tutti attaccano e tutti difendono in quel perfetto equilibrio a cui tanto ambisce mister Guidi. Il risultato? Un’armata offensivamente inarrestabile e solida dal punto di vista difensivo, che ha incassato 12 gol e che ne ha segnati ben 32. Eccola la follia sopra l’equilibrio, parafrasando ma al contrario i celebri versi di Vasco Rossi. La follia della qualità, la fantasia al potere e il genio ad illuminare. È questo che ha portato la Roma a realizzare uno dei gol più belli di sempre in Primavera 1. Il riferimento è inevitabilmente rivolto alla splendida azione corale contro il Milan a Milano, culminata con il destro in buca d’angolo di Pisilli e l’ennesima affermazione giallorossa. Lo spirito di questa Roma, però, non è solo il bel gioco. Lo spirito di questa Roma è incarnato dalle sfrenate rincorse di Cherubini e Cassano in fase di ripiegamento, dalla scivolata di Keramitsis per negare a Selvini del Frosinone un gol praticamente fatto. Lo spirito di questa Roma è incarnato da Pagano che si aggrappa agli avversari pur di non farli avvicinare alla porta, lui che tra le corde la fase difensiva ce l’ha sempre avuta poco. Lo spirito di questa Roma è incarnato da chi sta giocando poco, ma che quando entra lo fa come se quelli fossero gli ultimi minuti della propria vita. Basti pensare agli ingressi di Pellegrini, Falasca, Padula e D’Alessio, che quando chiamati in causa non si tirano indietro, ma lottano per la maglia cercando di scalare le gerarchie. È anche grazie a loro che la truppa di Guidi se ne va al riposo della lunga sosta da primissima in classifica, con un vantaggio non da poco sulle inseguitrici. Negli ultimi anni uno dei punti deboli della Roma derossiana è sempre stata quella mentalità forte e travolgente che si rivelava tale solo a tratti, quella stessa mentalità che nell’arco dei mesi o persino all’interno di una stessa partita tendeva a svanire. Lo dimostrano i ruolini di marcia avviati alla grande e poi proseguiti tra un passo falso e l’altro. Nelle ultime stagioni è stato il grande difetto della Roma: non continuare ad essere se stessa dopo la sosta del campionato. Allora non può che essere questa la prossima sfida di Federico Guidi. Per coronare al meglio la sua prima stagione in giallorosso. E, chissà, riportare nella Capitale quel tricolore che manca da troppo tempo.
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