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Lazio, adesso sono otto finali. Con la Sampdoria inizia la volata

Federico Meuti

In mezzo alla battaglia non bisogna mai alzare bandiera bianca. In un attimo è possibile trovarsi vincitori sopra agli altri, ma anche rivedersi il corpo sporco di fango in momenti di lotta, quando il futuro è incerto. Spalla a spalla con i rivali, dovendo accelerare forte sui pedali nel periodo di massima importanza, in grado di valere una stagione intera. Il campionato chiama, e la Lazio deve rispondere nel migliore dei modi senza possibilità di sbagliare. Lo deve fare dopo il ko forse più pesante possibile nella città del Tevere, quello nel derby, in una gara giocata anche bene dai biancocelesti che non sono riusciti però a capitalizzare le loro occasioni. La buona sorte non ha sorriso ai ragazzi di D’Urso, i quali non hanno sfruttato le loro occasioni - il rigore in primis - trovando però dall’altra parte del campo una grande Roma. I giallorossi sono stati impeccabili nella metà campo offensiva, dando costantemente l’impressione di poter fare veramente male ogni volta che si affacciassero dalle parti di Renzetti. Il colpo incassato quindi è di quelli duri, ma le Aquile dovranno esser brave subito a puntare di nuovo il mirino verso i lidi più alti del cielo. Il discorso primato ormai è stato completamente chiuso dalla rosa di Tanrivermis, però al contempo bisogna stringere i denti e lottare come soldati per il secondo posto. Il successo del Lecce a Bologna difatti, ha fatto scivolare Nazzaro e compagni in quarta posizione, fuori dai primi due posti, valevoli la qualificazioni alle finali Scudetto. Adesso inizia lo sprint conclusivo. Otto sfide da dentro o fuori, in cui i laziali dovranno raccogliere il massimo dei punti possibili, dovendo affrontare tutti gli scontri diretti, al di fuori proprio della compagine toscana. Il primo impegno è quello di domani, sul campo della Sampdoria ultima in classifica, dove prendersi il successo è doveroso. Ad inizio annata bastò il guizzo di Sardo, ora ogni pedina sarà fondamentale nello scacchiere di D’Urso, per un gruppo che si merita assolutamente di lottare per il tiolo.

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