Cerca
l'editoriale
Il centrocampista classe 2005 della Sierra Leone sta ritrovando la sua vita grazie alla società rossoverde e al suo talento
13 Aprile 2023
Ismael Bangura, centrocampista del Città di Lenola (Foto ©Cinelli)
Qualche settimana fa avevo affianco a me alcuni genitori per una partita di Under 19 che all'uscita dal campo dei figli chiedevano giustamente "Ma è fatta? Ci siamo? Siamo dentro?" con chiaro riferimento al piazzamento play off della loro squadra. I figli, dal campo, chi più chi meno rispondevano con quel "Sì sì" al limite tra lo strafottente e l'indifferente che caratterizza, spesso (forse troppo) l'andamento delle giornate. Una qualificazione che esaltava più i genitori in tribuna che i calciatori in campo, non un caso isolato, ovviamente, ma senza dubbio una fotografia di quello che spesso, soprattutto a Roma, succede e si vive in certe circostanze. Che poi questa squadra non sarà una tra Romulea e Sporting Montesacro che venerdì al Castelli si giocheranno il titolo rende quella spasmodica ricerca di certezze ancor più goffa. Ismael Bangura, invece, non ha genitori che in tribuna gli chiedano se il Città di Lenola è salvo oppure no, semplicemente perché in Italia ci è arrivato da solo e nella maniera più dura e difficile che si possa immaginare. E lui, è un classe 2005 e potrebbe essere schierato in qualsiasi formazioni Under 19 di questa regione. Il suo presente però si chiama Promozione, nel girone E, con tanti vecchi lupi di mare da affrontare ed una scalata settimanale da percorrere.
Ismael è nato in Sierra Leone ed ha compiuto da poco 18 anni. E' nel nostro paese dal 2020 e per lui correre dietro ad un pallone è, ogni volta, come rinascere. Per arrivare in Italia Ismael ha dovuto affrontare l'inferno libico del quale non riusciamo ad avere piena cognizione, se non sporadiche ricostruzione. Per sei mesi è stato sottoposto a torture e violenze di ogni tipo, delle quali porta ancora i segni addosso. Fuori dall'incubo arriva sbarca a Trapani e come tanti, sventurati, che cercano e sognano un futuro migliore, inizia il suo nuovo viaggio fino ad arrivare a Lenola, città che lo accoglie senza se e senza ma, dopo aver letteralmente vissuto in strada. Inizialmente prova a giocare a Fondi, ma il tesseramento non va in porto, quindi è il Città di Lenola a dargli un'opportunità di sentirsi un 18enne libero, dopo tanta sofferenza. Fondamentale la figura dell'avvocato Francesco Caroccia (responsabile legale del progetto SAI per MSNA del comune di Lenola) insieme alla cooperativa Aquilone e tutta l'equipe del progetto multidisciplinare che segue ragazzi come Ismael.Ismael non ha avuto modo di concludere gli studi, anzi, non li ha proprio iniziati e in Italia con tutta l'umiltà che lo contraddistingue non soltanto si è messo sui libri, ma ha iniziato a studiare in un'altra lingua l'italiano, che ora parla senza particolari problemi e questo gli permette di socializzare ed essere un ragazzo come tanti. Oltre alla nostra lingua Ismael ha imparato anche a stare in campo. Non servono più due palloni in ogni gara, uno per lui ed uno per la squadra, ma riesce a giocare a due tocchi e ad imporsi col suo talento indirizzato da mister Lauretti e da tutto lo staff del Città di Lenola che continua a supportarlo. Il mister lo tratta come fosse suo figlio e tutto il club a partire dal dg Attilio Pietrosanto sono per lui un porto, finalmente, sicuro.
Bangura in campo nella sfida giocata a Torrice (Foto ©Cinelli)
Il talento di Ismael l'ha portato a vestire una maglia con la Rappresentativa del CR Lazio ed è quindi tra i papabili per il prossimo Torneo delle Regioni, ma non è questa la nostra conclusione. Il valore reale e tangibile della storia di Ismael è quello che il calcio, ma lo stesso vale per il volley, il basket e chissà cos'altro, è da sempre motivo di unione, di socializzazione, di vita. Ismael attraverso il calcio si è riappropriato della sua, quando avrebbe potuto perderla, davvero. Ismael correndo appresso ad un pallone non si porrà mai una domanda, ma si regalerà sempre una risposta "Sono qua, sono pronto". A 18 anni ha tutta, letteralmente, l'esistenza davanti e la parentesi di Lenola è stata per lui fondamentale. Se abbiamo trovato un futuro campione sarà il tempo a dircelo, sicuramente abbiamo recuperato un uomo che, dopo tutto questo, difficilmente ci deluderà. Guardiamo il calcio con i suoi occhi, perché si può, perché è giusto viverne la sua più intima dimensione, esaltandoci per una vittoria ma senza perdere il senso di quel che realmente ci circonda.
EDICOLA DIGITALE
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni