Cerca
l'intervista
Il capitano biancazzurro commenta la salvezza ottenuta con il gruppo e rilancia in vista della prossima stagione
18 Maggio 2023
Gianmarco Fanella, capitano del Tecchiena
Senza passare per il play out ma centrandola direttamente nella regular season, il Tecchiena è riuscito a mantenere la Promozione. Un risultato arrivato con non poche difficoltà ma che ha reso orgoglioso il capitano degli alatresi Gianmarco Fanella, un vero e proprio totem del club biancazzurro, cresciuto vicino al Morganti, il campo di gioco della sua squadra.
Il Tecchiena si conferma in Promozione ed è l'unica squadra di Alatri ormai ad essere presente in campionati importanti, che tipo di sensazione è? "La sensazione è bella, ma sono anni che è così. Tra un anno il Tecchiena compirà il suo sessantesimo anniversario, senza mai fallimenti e ripartenze da zero, direi che come stabilità, passione, amore ed umiltà, nonostante le tantissime difficoltà, in giro non ci siano società migliori. Con poco si riesce sempre a fare tanto"
Rispetto allo scorso campionato avete avuto qualche difficoltà in più, cosa è cambiato e come siete usciti fuori dalle problematiche di risultato che sono emerse? "Quello dell’anno scorso come campionato era di livello inferiore. Quest’anno era una sorta di Eccellenza almeno per quanto riguarda le prime 5-6 della classifica. C’è stato un cambiamento, non sempre i cambiamenti sono positivi, avevamo fiducia per il grande campionato della passata stagione, dopo un inizio buono con il passaggio del turno in Coppa e due grandi prestazioni in campionato, siamo caduti in un baratro sconfitta dopo sconfitta e per risollevarsi è stata difficile. Ci sono stati degli infortuni importanti che non ci hanno aiutato privandoci delle nostre colonne portanti, Petriglia e Veloccia fuori tutto l’anno, poi due giovani, Ciocconi e Campanella. Sopperire alle difficoltà con il livello del campionato di quest’anno è stata dura, ma ne siamo usciti vincitori alla fine".
Da capitano della squadra come hai visto il gruppo in questa stagione? "Aver indossato la fascia è stato un grande onore, per uno come me cresciuto a due passi dal campo. La forza del Tecchiena è sempre stato il gruppo, nelle difficoltà siamo stati bravi a non mollare, siamo rimasti compatti, abbiamo continuato a crederci, essendo prima amici che compagni di squadra, e alla fine il risultato è emerso: Tecchiena è dura a morire. Risorge sempre. C’è una cosa a cui tengo tanto, ringraziare i nostri giovani in età di lega, veramente forti e da tenere d’occhio. Hanno assorbito tutto, speriamo per loro sia un punto di forza per il futuro".
Una delle formazioni del Tecchiena scese in campo in questa stagione
Avete cambiato tecnico in corsa, è stata una scelta presa solo per i risultati? Quali benefici in più ha portato questo cambiamento? "Quando si cambia allenatore significa che più di qualcosa è andato storto. La colpa è solo e soltanto nostra che non siamo riusciti a seguire mister Mangiapelo fino in fondo, abbattendoci e non tirando fuori la voglia che ci contraddistingue da sempre causando cosi prestazioni e risultati negativi. Il cambio di allenatore ha portato quello che si sperava, la scintilla nel momento più buio, mentalmente eravamo piatti, siamo ripartiti a testa alta. Una menzione d’onore, sia dal punto di vista tattico che di gestione, va fatta a Caiazzo perché per un ragazzo del 1993 alla prima esperienza con i grandi, subentrare in questo modo, risollevando e ripartendo da zero un ambiente intero non era semplice. Ci ha trasmesso entusiasmo e sicurezza, allenamento dopo allenamento, partita dopo partita. Alla fine la salvezza è stata raggiunta, un po’ di merito ce lo prendiamo, ma il 99% va a lui, che in poco tempo ha fatto un capolavoro".
Ora si pensa alle ferie ma si guarda anche un po' al futuro: ti vedi ancora con la maglia del Tecchiena e, se sì, cosa ti aspetti? "La priorità sarà sempre data al Tecchiena mentre la speranza è di ripartire da dove abbiamo finito, con quella voglia e passione, per toglierci qualche sassolino dalle scarpe e qualche soddisfazione in più. Speriamo di ripartire dalla nostra ossatura forte. Adesso ci godiamo un po’ di meritato riposo sempre pronti però a ripartire".
EDICOLA DIGITALE
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni