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l'intervista

Le porte aperte di Roberto Di Paolo "Amo Ostia, vorrei investire ancora"

Il presidente biancoviola a ruota libera: dall'Anco Marzio al suo ritorno fino al futuro del club

30 Maggio 2023

Le porte aperte di Roberto Di Paolo "Amo Ostia, vorrei investire ancora"

Il presidente dell'Ostiamare Di Paolo (Foto ©Spadolini)

L'Ostiamare ed il suo futuro

Nonostante la situazione assurda è arrivata la salvezza.
“Per questo dico che questa salvezza vale tre campionati vinti. Sballottati da un campo all'altro, notizie sempre confuse, tardive. E anche se avessero dato l'ok per giocare a porte aperte restava il problema spogliatoi: ma si può stare senza spogliatoi?”.

Sarebbe un danno enorme per Ostia.
“Grandissimo, l'Ostiamare è un patrimonio della città. Inoltre con la prima squadra vogliamo alzare l'asticella, abbiamo una Juniores che si sta giocando lo scudetto e le altre squadre arrivate alle finali regionali, il progetto sportivo è forte e vogliamo svilupparlo ulteriormente. Ma devono aiutarci, non è possibile vedere i genitori seguire le gare dei figli a duecentro metri di distanza e poi penso anche agli ospiti: non facciamo una bella figura, ogni volta è un supplizio e non possoo che chiedere scusa per la situazione, anche se so di non avere responsabilità. Ma la faccia ce la metto io”.

Qual è il sentimento che prevale di più?
“La delusione, senza dubbio. A prescindere da come è andata la compravendita, ma da quel punto di vista parlano i documenti e me la vedrò nelle sede competenti, non mi aspettavo un'Amministrazione comunale così distante. Roma, nonostante sia la Capitale, è una delle città più in crisi dal punto di vista dell'impiantistica. Basti pensare che non c'è la possibilità di fare la Serie C, perché tutti gli stadi idonei sono abbandonati a loro stessi. Qui c'è uno stadio nuovo, messo a norma, con un presidente che vuole investire ancora e accade tutto questo. Poi ci sono centri sportivi che stanno andando in malora, dove nessuno fa niente per non farli cadere in rovina, che sono aperti alle attività e al pubblico”.

Cosa chiede per andare avanti?
“Una deroga, io sono disposto anche a pagare e risanare tutto, ma intanto datemi una deroga. Permettetemi di giocare a porte aperte, di utilizzare gli spogliatoi. C'è da fare un condono? Anche se non è una cosa mia, pago io”.

Ha provato a proporre la soluzione?
“Mi trovo di fronte ad un muro. Ho mandato diverse PEC, ma non ho mai ricevuto risposta a parte i primissimi giorni. Sembra quasi inutile cercare un dialogo, a questo punto decidessero loro cosa farne, se lo vogliono sistemare o chiudere definitivamente. Ripeto, l'impianto non è di mia proprietà, non spetta a me questa decisione, ma tenerlo aperto in queste condizioni non ha senso”.

La passione, nonostante tutto, non sembra assopita.
“Ma ci siamo vicini. Voglio creare un qualcosa di importante per Ostia: la città lo merita, così come i nostri tifosi e i nostri tesserati di giovanili e scuola calcio. Amo il calcio, mi diverto, ma non sono uno stupido”.

In foto uno scatto da Ostiamare - Ghiviborgo (Foto ©Spadolini)

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