Cerca
Italia u20
22 Giugno 2023
L'Italia (Foto ©Figc)
Cari conservatori, la guerra l’avete persa. Non c’è altro da dire, ma bisogna solo constatare i bordi felici di un movimento troppo in difficoltà negli ultimi tempi, che però, tra i mille rovi del suo giardino, ha potuto scovare anche delle rose pronte a brillare. Appare evidente ormai che i nostri giovani siano dei fiori a cui non è mai concesso il giusto e doveroso tempo per sbocciare in maniera definitiva, incantando tutti sotto il piano della bellezza, del talento. Eh già del talento, quello troppe volte chiacchierato e sminuito nel nostro paese, ridotto ad un povero discorso sul fatto che non ci sia più “il calcio di strada”, o che i giocatori attuali non siano del livello di quelli di un tempo. Bisognerebbe quanto meno osservarla però questa nuova generazione di calciatori, capirla, ma soprattutto, cari club, saper raccogliere la sfida, ed investire su una serie di ragazzi pronti a divorarsi il mondo. Senza la necessità di dover diventare per forza i migliori in circolazione, ma magari accogliendo l’impeto e la forza di chi ha fatto tanto negli anni passati, la cui energia sarebbe benzina fondamentale per la vitalità di una federazione e di un movimento antiquato a dir poco, in grado di sfruttare certi giovani solo per far cassa, rimettendo a posto i bilanci. In questo senso la risposta di Cesare Casadei ci pare ben chiara. “Ci sono talenti in Italia? Non lo abbiamo forse già dimostrato?” Il silenzio generale. Solo questo può accompagnare delle dichiarazione così inconfutabili, figlie di stagioni passate magari all’ombra di qualcun altro, solo per mancanza di esperienza, come se quest’ultima non si acquisisse sul campo, dimostrando il proprio valore. Probabilmente non andrebbe tutto rivoluzionato, anzi al contrario, servirebbe riappoggiarsi a quei pilastri su cui si sono basate le vittorie della nostra nazionale da cent’anni a questa parte. Il coraggio ad esempio, quello mostrato da Carmine Nunziata, in un Mondiale U20 in cui ha dovuto costruire dalle fondamenta un gruppo inesistente fino a quel momento, scommettendo su diversi giocatori rivelatisi poi vitali nel percorso svolto in Argentina. Dai classe 2003, si è passati ai 2004, scendendo fino alla fascia 05-06. Il risultato è stato incredibile, e forse questo è solo l’inizio. A luglio l’Europeo U19 ci dirà tante indicazioni in questo senso, ma dietro c’è molto, molto di più. “Dov’è la vera vittoria?” Noi ce lo siamo chiesti all’infinito, probabilmente è nelle scelte del ct Nunziata, non preso dalla paura o da chissà quali considerazioni sull’esperienza, differenti quindi, ad esempio, da quelle discutibili viste in Nations League. Perché le difficoltà vanno sempre affrontate in gruppo, capendo però la voglia e l’ascesa di chi da quel mare mosso ti ci può portare via, facendo intendere a tutti una cosa. In Italia di talento ce n’è anche troppo, basta valorizzarlo, altrimenti le nuove generazioni continueranno a non vedere l’azzurro nella Coppa del Mondo.
EDICOLA DIGITALE
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni