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Primavera 1
Contro i viola di Alberto Aquilani le tre sliding doors dell'anno
22 Giugno 2023
Faticanti alza la coppa (Foto ©De Cesaris)
I momenti cruciali della stagione nel segno della Fiorentina
Una stagione senz’altro positiva per la Roma che, innanzitutto, è riuscita a posare un trofeo nella bacheca di Trigoria grazie a un percorso sostanzialmente perfetto in Tim Cup Primavera, culminato con l’alzata della coppa nel cielo di Salerno grazie al successo sulla Fiorentina maturato nei tempi supplementari. I supplementari, gli stessi che qualche mese più tardi hanno fatto svanire in un battibaleno i sogni Scudetto dei giallorossi, messi ko proprio dai viola nei quarti di finale, in una sfida – quella tra le formazioni di Guidi e Aquilani – divenuta ormai un grande classico di Primavera. Nel giudizio complessivo di questa annata, però, non possiamo di certo soffermarci solo sui trofei, anzi, alla fine gli obiettivi centrati restano sullo sfondo, lasciando in pompa magna i tanti esordi dei giovani in prima squadra, oltre a quei giocatori che avevano già debuttato e che si sono ritrovati in pianta stabile agli ordini di Josè Mourinho. I casi più emblematici sono ovviamente quelli dei 2003 Volpato e Tahirovic. E poi gli esordi di Faticanti e Pisilli, il debutto di Majchrzak e la prima titolarità in Serie A di Missori, più le varie convocazioni come quelle di Oliveras, Baldi, Del Bello, Pagano… A proposito di esordi, dal nostro "pagellone" sono rimasti tagliati fuori tre giocatori per il basso minutaggio raccolto con Federico Guidi, ma che rappresentano il una base importante per la Roma che verrà: Matteo Cichella ha debuttato nell’ultima giornata contro la Samp, mentre Leonardo Graziani ha collezionato appena due gettoni in un’annata non troppo fortunata. E infine Lovro Golic, il gigante centrale classe 2006 che sarà una delle certezze del prossimo anno. Tornando a Federico Guidi, è doveroso sottolineare tutte le difficoltà che avrebbe potuto incontrare il tecnico toscano avendo dovuto raccogliere la pesantissima – e lunghissima – eredità di uno dei migliori allenatori della storia del settore giovanile: Alberto De Rossi. L’impatto sulla panchina giallorossa da parte della nuova guida capitolina ha stupito tutti, nonostante l’ottimo gruppo a disposizione e le riconosciute qualità del mister. Fino allo stop per il Mondiale un cammino sostanzialmente perfetto, iniziato con lo 0-3 esterno a Cesena e terminato con il roboante 5-2 sulla Juventus. In mezzo una sola sconfitta – contro il Bologna – e due pareggi con Empoli e Torino. Per il resto tutte vittorie, 7 per l’esattezza, ma soprattutto la consapevolezza di una Roma che girava a meraviglia. Poi la lunga sosta e, come ormai tradizione sembra volere, al ritorno in campo capitan Faticanti e compagni non erano più gli stessi: il primo segnale si è subito palesato con il ko in casa della Fiorentina (i viola ancora nei momenti cruciali della Roma), presto cancellato dal passaggio del turno in coppa con il Lecce. Da lì in avanti, però, tantissime difficoltà e sotto tutti i punti di vista: il gioco spumeggiante di un tempo ha fatto spazio a meccanismi quasi incastrati, con diverse giganti disattenzioni dei singoli che hanno spesso accompagnato il cammino giallorosso. Procedendo su questa altalena fino alla fine della stagione, da capolista e assoluta dominatrice del girone la Roma ha chiuso la regular season addirittura in sesta posizione, strappando il pass per i playoff Scudetto solamente grazie al vantaggio negli scontri diretti che sorrideva a Federico Guidi (in virtù degli stessi punti conquistati rispetto all’Inter, 55 per l’esattezza). E così, nonostante tutto, i giallorossi volano in Romagna per giocarsi le proprie chance tricolore, che svaniscono al 93’ di una sfida infinita con la Fiorentina. Con la stagione già archiviata è arrivato già il momento di guardare avanti e, nello specifico, di all’allestimento della Primavera che verrà. Non sarà facile e molto dipenderà anche da chi rimarrà come fuori quota, ma la vera chiave di volta del prossimo anno sarà senza dubbio la gestione dei 2006, oltre che ovviamente quella dei 2005. Tre nomi sui quali prenderà forma il futuro giallorosso? Joao Costa, Mattia Mannini e Lovro Golic.
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