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L'editoriale
E così, il “Falsinismo”, da accezione negativa si è fatto marchio di fabbrica
26 Giugno 2023
Gianluca Falsini (Foto ©De Cesaris)
Merita uno spazio tutto per sé Gianluca Falsini che, dopo il grande lavoro svolto in passato nel vivaio, lo scorso anno è approdato sulla panchina dei 2006 con il compito tutt’altro che banale di far quadrare il cerchio. Tutt’altro che banale soprattutto per gli investimenti della società, tanti e importanti, con una rosa eterogenea tutta da amalgamare. Senza ombre e né veli, per buona parte della scorsa stagione abbiamo faticato e non poco a comprenderne scelte e dettami, senza mai perdonare nulla. Prima delle finali sembrava che nemmeno la Roma avesse perdonato, con un mancato rinnovo che sembrava cosa certa. Si iniziò a parlare di “Falsinismo”, un po’ per i mancati risultati, un po’ per delle scelte spesso strambe. Poi le scelte hanno iniziato a funzionare: sarà stato il caso, la fortuna o la bravura… Sta di fatto che la magia ha pian piano preso forma. Tutte iniziano a cadere come birilli: Inter, Lazio e infine Juventus, prima della gioia tricolore con il Milan.
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Quest’anno è stato più semplice per il tecnico, che però è riuscito ad andare oltre favorendo l’esplosione di profili che ora rappresentano un patrimonio inestimabile. Profili che stasera si giocheranno lo Scudetto. E così, il “Falsinismo”, da accezione negativa si è fatto marchio di fabbrica. Insomma, di Gianluca Falsini non avevamo capito nulla.
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