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L'intervista

Vesta, le parole di Comandini: tra stadio e futuro con l'innovazione a guidare

Il presidente del club arancionero si è raccontato a tutto tondo: "Vogliamo il professionismo e ci arriveremo. Nulla è impossibile, la forza delle idee conta più di tutto"

12 Luglio 2023

Il presidente del Vesta (Foto ©Facebook/Gian Luca Comandini)

Il presidente del Vesta (Foto ©Facebook/Gian Luca Comandini)

Gian Luca Comandini cambia il modo di vedere le cose, il mondo e, probabilmente, anche te stesso. È bastato qualche minuto al telefono, il tempo di scambiare due chiacchiere per questa intervista e… boom! Innovazione, tecnologia, hi-tech, sport, comunicazione e sostenibilità. Ma anche condivisione, solidarietà e amicizia. Tutte queste cose, incredibile ma vero, le ritroviamo nella sua creatura – il Vesta– un club come tanti altri, ma solo in apparenza. Partito dalla Terza Categoria e in piena pandemia, la scalata non è stata altro che la naturale conseguenza di una visione del calcio che, ad oggi, non esiste da nessuna altra parte, forse neanche tra le menti che muovono i più grandi palcoscenici del calcio mondiale. Già, quelli che Comandini vuole raggiungere, ma “non comprando titoli, piuttosto raggiungendo l’apice con le nostre forze. Quale apice? Chiaro, la Serie A!” Senza mezzi termini né timori reverenziali. In due anni due promozioni e adesso uno stadio, “la casa del Vesta”

Presidente, partiamo proprio da quest’ultima e incredibile novità, lo stadio
“Le nostre ambizioni a inizio progetto erano quasi irrealizzabili per quanto immense e anche adesso la situazione è la stessa, ma ci siamo fissati degli obiettivi e vogliamo raggiungerli. Io non mi nascondo mai e arrivare nel professionismo è difficilissimo, ma non impossibile. Sì, lo so, mi sono contraddetto, ma credo fortemente nel potere delle idee. In Italia, in generale, e a Roma, in particolare, costruire un impianto nuovo è quasi impensabile purtroppo. L’intento di tirare su una nostra casa lo abbiamo sempre avuto, ma studiando le carte della Capitale non vi erano impianti a disposizione. Non mi sono arreso e ho continuato ad approfondire la questione, scoprendo che la soluzione era davanti a me, a Fonte Nuova. E così ho trovato questo stadio abbandonato, costruito decenni fa per delle Olimpiadi che poi Roma non ha più ospitato. Non ci ho pensato su due volte e ho iniziato a lavorare per realizzare quest’altro sogno”

Spiegaci meglio
“Il progetto, già presentato a chi di dovere che ne è rimasto entusiasta, prevede la ristrutturazione di questo impianto. Impianto che diverrà un polo ludico, oltre che sportivo, per quella zona di Roma. Inizieremo a giocarci presto e, nel frattempo, essendo già entrato in contatto con il Credito Sportivo, lo continueremo ad ingrandire”

Grandi sono davvero le ambizioni che avete…
“D’altronde siamo partiti prelevando una squadra del quartiere, di un oratorio in sostanza, per altro nel pieno del Covid, come faccio a non avere grandi ambizioni? Quando le idee si sposano con il sentimento, si crea un connubio particolare. A me con il Vesta non interessa guadagnare, è una questione di cuore”

Vesta a parte, hai mai pensato di acquisire club per velocizzare il cammino?
“Ero in trattativa per una società di Lega Pro, poi mi sono reso conto che invece di sprecare milioni di euro su un progetto di qualcun altro sarebbe stato più emozionante farlo con una realtà a me vicina. Raggiungere risultati con il Vesta rappresenterebbe una storia da tramandare. Creare la famosa terza squadra di Roma, partendo da un oratorio… Insomma, non sarebbe niente male”

Quali sono i fari che illuminano il cammino del Vesta?
“Da estraneo del settore sportivo posso dire che tramite tecnologia e imprenditorialità sono entrato dall’ultima categoria ma posso arrivare in alto. Non vogliamo scorciatoie, ma promozioni sul campo. Non voglio titoli, quelli di Serie D adesso te li tirano dietro per due lire, ma le mie idee sono ben altre”

Hai già fatto diverse volte riferimento alla tecnologia…
“Innovazione e tecnologia sono termini cruciali, diciamo una prerogativa iniziale. Ho deciso di intraprendere la strada della blockchain non solo per competenze e conoscenze che ho nel settore, ma soprattutto perché lì intravedo il futuro. In un mondo come il nostro, pieno di società fittizie che riciclano, io voglio che il mio club sia sano, sostenibile e soprattutto trasparente, voglio essere un presidente diverso. Per questo il bilancio del Vesta è pubblico, è sulla blockchain e nessuno può modificarlo, non si possono emettere fatture false e così via... Questo ha portato tante aziende, come nei piani, ad essere nostri sponsor, hanno visto in noi un progetto che può crescere in maniera esponenziale”

Ad esempio?
“Credo che il caso di Mexedia, nostro partner, sia eloquente. Collaborano con un club come l’As Roma, ma anche come il Vesta. Evidentemente abbiamo qualcosa di particolare se, nonostante dilettanti, una società del genere crede in noi. Mexedia ci accompagnerà anche nella realizzazione dello stadio per trasformarlo in un ambiente tecnologico, uno dei più tecnologici d’Italia. Il paradosso è che ci giocherà una squadra di prima categoria nata da un oratorio. Anche AppToYou, ovviamente, è al nostro fianco, si tratta di un’altra partnership importantissima”

Perché?
“AppToYou è una società leader nel settore, ci aiuta economicamente ma soprattutto tramite competenze e conoscenze che la contraddistinguono in quanto ad app e dati. Senza dimenticare Soccerment, che ci fornisce parastinchi IoT, dispositivi che mediante sensori inviano i dati al nostro staff tecnico. Questo è solo un piccolo esempio delle tante attività che portano avanti per noi e con noi”

A proposito di staff, c’è chiaramente bisogno di figure che sappiano districarsi in tutta questa tecnologia
“Assolutamente sì, il nostro allenatore, Alessandro Ferrari, è stato scelto perché nato e cresciuto nella tecnologia, nei big data da sfruttare a vantaggio della squadra. Uno staff che comprende, lavora e crede in tutto questo è di vitale importanza, anche se non è stato affatto banale trovarlo. Colgo l'occasione per ringraziare Giuseppe Zottola che, dopo anni di eccellente lavoro alla Pro Calcio Tor Sapienza, ha deciso di prendere le redini di questa folle sfida. É lui il nostro nuovo direttore generale”

Facciamo un passo indietro e torniamo alla tecnologia: come questa contraddistinguerà il vostro impianto?
“Sarà uno stadio innanzitutto improntato sulla tutela dell’ambiente e sulla sostenibilità. Un’antenna 5G montata solo per noi fornirà WiFi gratuito agli spettatori, questo per favorire un’interazione che crediamo fondamentale per la crescita di tutto il mondo Vesta. A mio avviso il tifoso dev’essere il terzo pilastro del progetto, deve interagire a 360° con la squadra votando ad esempio i migliori calciatori, prendere informazioni tecniche e così via. Tutto questo, sottolineo, non accadrà tra chissà quanti anni, già siamo a lavoro e puntiamo a introdurre i primi applicativi a gennaio”

A proposito di novità e di futuro, avete annunciato anche la Vesta Academy
“Senza ricambio generazionale, senza settore giovanile, un club non ha motivo di esistere. Impossibile, ad oggi, pensare che basti solo una prima squadra. Il Vesta Academy accoglierà ragazzi del territorio, come dicevo vogliamo che il nostro diventi un polo per il quartiere. Nel frattempo, dare spazio ai giovani sognando un giorno di vederli esordire in prima squadra, la nostra, chissà magari nel professionismo… Intanto ci godiamo questo calciomercato estivo, relativo alla prima squadra ovviamente, che ci sta vedendo protagonisti con colpi importantissimi”

In questa visione di club all’avanguardia, la comunicazione che importanza ha?
“Del tutto fondamentale, anche quella è un interesse primario, basti vedere i nostri profili social per capire quanto ci teniamo. Abbiamo la fortuna di avere un team a disposizione che sta portando avanti un lavoro eccezionale, sicuramente superiore rispetto a club ben più blasonati. Vogliamo pensare e agire da professionisti sotto ogni aspetto”.

La tua figura è ormai conosciuta nell’imprenditoria e non solo: che posto ricopre il Vesta nel tuo circuito di aziende?
“Nella mia holding, che conta 15 imprese, il Vesta rappresenta un ingranaggio fondamentale. Molti sponsor contribuiscono perché offro servizi con le altre aziende di intelligenza artificiale, comunicazione… Credo che la collaborazione sia più forte della competizione, molti agiscono da battitori liberi, io voglio un intreccio di interessi, tutte le aziende maggiori devono supportare quella più debole, il Vesta appunto. Debole, specifico, solo perché è quella più giovane”.

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