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l'intervista

Pres, puntata numero 5: Roberto Simonetta ed il mondo della R11

L'ex attaccante di Genoa, Piacenza, Lucchese e Padova è tornato a casa per sviluppare la sua idea di calcio nel settore giovanile

21 Marzo 2025

Pres, puntata numero 5: Roberto Simonetta ed il mondo della R11

Roberto Simonetta in panchina (Foto ©De Cesaris)

Prima Regalavano Emozioni Sul campo. E di emozioni tra esordio al Genoa, quattro campionati vinti tra Piacenza, Lucchese, Triestina e Padova, per citarne solo alcune Roberto Simonetta, attaccante 1965 ne ha regalate diverse in giro per l'Italia, dove specialmente tra Emilia e Toscana lo attendono come fosse un loro figlio. Dal campo e dai gol messi a segno con le diverse maglie indossate nei professionisti, ben 8 le sue presenze da debuttante in Serie A, più altre 65 in Serie B, 19 al Genoa e ben 46 con la maglia del Padova, dove nella stagione 1993-1994 conquista la promozione in Serie A con 12 reti all'attivo, mentre nell'anno precedente è protagonista nell'esordio nella serie cadetta di un giovanissimo Alessandro Del Piero, che di lì a poco avrebbe indossato la maglia della Juventus (il trasferimento avvenne l'estate successiva). Dai fasti sul rettangolo di gioco al ritorno in quel di Latina, tra Nuovo Cos e Nuovo Latina Isonzo, dove muove non da solo, i primi passi come allenatore, prima di mettersi insieme a Gennaro Del Prete, dietro la scrivania e continuare ad indossare i tacchetti, per guidare dalla panchina i ragazzi in campo.
Partiamo andando a ritroso nel tempo, ovvero sia dagli inizi al Genoa, il settore giovanile, l'esordio e le presenze in Serie A con la maglia rossoblù. Cosa ha significato in quell'epoca arrivare nel calcio dei grandi.
"Diciamo che il percorso era molto diverso, così come profondamente diverse erano anche le dinamiche, si parla di anni '80, tornando indietro nel tempo posso dire che c'erano certamente più possibilità, sia di emergere che di farsi vedere. Al Genoa l'ambiente permetteva questo, ma un pò è rimasto così anche oggi nella società ligure, da sempre apri pista in questo senso. Noi abbiamo avuto la chance di arrivare lì, pensare soltanto al calcio ed a crescere, sia umanamente che calcisticamente ed il percorso successivo non è stato nient'altro che una conseguenza".
Dal Genoa, passiamo alle tante maglie indossate nel corso della carriera, da Empoli alla Lucchese (dove il ricordo è ancora importante) al Padova dove è arrivata la promozione in Serie A.
"Sono tutte piazze che ricordo con piacere e che soprattutto mi ricordano con altrettanto piacere. Di gol importanti ne ho messi a segno e si vede, che ho lasciato un percorso ed un trascorso calcistico significativo, specialmente a Lucca e Padova, dove abbiamo raccolto i risultati maggiori. Ancora oggi mi aspettano magari per andare semplicemente a cena, con ex compagni e tutte le persone che lì mi conoscono. Un particolare che non può che rendermi orgoglioso di quanto fatto in carriera".
Dai gol fatti in campo, si passa all'arrivo a Latina, gli ultimi anni di carriera, quindi l'idea in comune di mettere insieme una società di calcio giovanile. In un territorio che all'epoca non era certamente com'è adesso. Quanto è stato complicato?
"Ma complicato a dir la verità non direi. Sono arrivato con le esperienze prima al Nuovo Cos Latina e poi al Nuovo Latina Isonzo, all'epoca così si chiamavano. Quindi le ultime esperienze in campo, successivamente trasformate sulla panchina. Il primo incarico vero e proprio da allenatore e a quel punto abbiamo pensato ad una nostra società, da lì ossia dalla base abbiamo iniziato il nostro percorso, che è stato lungo e gratificante, per poi arrivare a quello che tutti sappiamo. Quindi l'idea attuale dell'R11 Simonetta".
L'R11 Simonetta appunto, ripartendo sostanzialmente da zero, in una struttura completamente nuova e con persone diverse da quelle precedenti.
"Alcune mi hanno seguito in questo percorso. Abbiamo preso in mano la struttura già esistente in un quadrante nella città di Latina specifico, da rimettere apposto diciamo. Da lì, insieme a Boschi che è il Presidente vero e proprio di questa società, siamo partiti da zero, con tutte categorie provinciali e mano a mano siamo arrivati a quello che siamo oggi. Contando ovviamente le tante società che sono in zona e un panorama nel settore giovanile e nell'attività di base completamente diverso da quello che era dieci anni orsono o ancora in precedenza. Adesso l'intelligenza sta nello stare al passo, senza inseguire per forza le categorie, ma dare una base fondamentale ai ragazzi, che sia tecnica o calcistica oppure soprattutto dal lato umano. Poi ovviamente la categoria fa la differenza, ma fermo restando che il coinvolgimento degli atleti deve restare al centro".
Chiusura con quello che è adesso l'R11 Simonetta, cinque categorie giovanili, contando anche l'Under 19, più tutta l'attività di base del sodalizio biancorosso, il tutto con una struttura ormai consolidata.
"Abbiamo due campi, uno in erba naturale ed uno in terra, su cui però stiamo lavorando. Un'attività di base che conta un buon numero di ragazzi e una struttura che nel suo insieme prevede diversi collaboratori. Tra allenatori, istruttori, segreteria e quant'altro. Fermo restando che siamo a Latina, in un territorio che è abbastanza grande e con diverse società, che fanno la stessa identica cosa che facciamo anche noi, quindi la concorrenza è di quelle importanti. Io dal mio canto cerco di trasmettere ai miei sia in Under 14 che andando a ritroso, quella che è stata la mia esperienza da calciatore e ciò che ho imparato da tecnico. Inseguendo si quello che è il risultato che sia in campo o dietro la scrivania, ma soprattutto una base che in questo sport è strettamente fondamentale. Abbiamo una società solida e questo ci permette di lavorare con serenità".
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