Cerca

In edicola

Parte "I miei giovani eroi", la nuova rubrica di Italo Cucci

Da lunedì in edicola prende il via l'appuntamento settimanale con lo speciale a firma del nostro direttore, che racconterà i protagonisti che hanno fatto bello il calcio italiano

15 Gennaio 2016

Il direttore Italo Cucci (foto ©Lori)

Il direttore Italo Cucci (foto ©Lori)

L’anno nuovo e` cominciato bene. Parlo di calcio, ovviamente, raccomandando a tutti i protagonisti di giocarlo sempre piu` allegramente - come storia vuole - per alleviare le pene delle cronache di vita quotidiana ormai sempre piu` terrificanti. E’ cominciato bene perche` il derby Genoa-Sampdoria l’hanno firmato tre italiani: due veraci con doppietta, Soriano e Pavoletti, uno, Eder... recuperato grazie al nonno Battista, italianissimo di Vittorio Veneto. Saro` fissato, pensatelo pure, ma son piu` di vent’anni che raccomando di tenere in vita la tradizione nazionale creando spazi per i nostri giovani ma resto inascoltato perche´ per fare il business - ovvero la raccolta disinvolta dei quattrini - ci vuole il pedatore esotico. Anche se lompo pagato per caviale. (Non sapete cos’e` il lompo? Uova di un pescetto qualunque chiamate “il caviale dei tedeschi”, si`, quelli che si fanno in casa il parme- san e non si capisce perche´ quando vengono a Rimini vogliono mangiare sano e bello e buono e pagar poco). Fate conto che Pavoletti e` un ‘88 e ha giocato il suo primo derby genovese. Poi e` venuta la domenica e ho visto non solo Florenzi segnare un gol bellissimo ma anche l’esordio in giallorosso di Lorenzo Di Livio, 18 anni, figlio del Soldatino bianconero; e ancora Adam Masina, il ventiduenne poeta marocchino bolognesizzato alla grande. Insomma, mi e` andata bene. E anche meglio quando ho visto il Carpi inchiodare la Lazio alla sua occasionale pochezza perche´ a Carpi, mille anni fa (1963...) ho cominciato la mia carriera di cercatore di tartufi, alias giovani, ovvero l’unica irrinunciabile risorsa del gioco piu` bello del mondo. 

Il direttore Italo Cucci (foto ©Lori)
A Carpi ho raccontato le avventure di Claudio Vellani, capitano della squadra che sali` in C facendo festa come per la A, un anno fa. Nel derby Moglia-Carpi, che si giocava nel fango perche´ l’avvocato Pavesi, presidente dei mantovani, voleva che vivessero in perenne clima di battaglia, e quando finiva la partita i giocatori sembravano reduci della Quindicidiciotto: li` scoprii e presentai su “Stadio” Tazio Roversi, biondissimo, elegante quanto tenace terzino del Bologna post scudetto, e Mario Giubertoni che non era biondo ne` elegante ma uno spietato stopper che approdo` all’Inter. Ragazzi di sedici/ diciassett’anni che saltavano a pie` pari dalla C alla A, addirittura in Nazionale, magari diventandone elemento indipensabile come quel giovanotto furioso (lo chiamarono “Il Belva”) che fu tra i migliori a Mexico 70: Mario Bertini, che ha fatto 72 anni l’altro giorno, che prima vidi al Prato e mi colpi` eppoi all’Empoli dove esplose, subito catturato dalla Fiorentina e piu` tardi fatto cam- pione dall’Inter, gran mediano, modello per tanti altri centrocam- pisti come piacevano a Brera. Guarda caso, domenica sera m’ha chiamato il grande talent scout di quei tempi, Silvano Bini, che dell’Empoli e` diventato anche presidente: voleva dirmi dell’Inter e del rigore negato ai ragazzi di Giampaolo ma ci siamo felice- mente perduti nei ricordi dei bei tempi e quando gli ho detto che voglio scrivere storie della meglio gioventu` italiana mi ha dato la benedizione. Vi parlero` di Rivera, di Baggio, di Maradona... Be’, anche dei campioncini che han fatto bello il calcio italiano. Se poi avete qualche preferenza e curiosita`, ditemelo: saro` felice di raccontarvi le gesta di chi avete soltanto rammentato in famiglia. Vi garantisco storie vere. Come dice questa rubrica. 

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Gazzetta Regionale

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alle nostre newsletter

EDICOLA DIGITALE

Dalle altre sezioni