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l'intervista

Di Giacomo: un testaccino doc, a Pistoia per il sogno

Il giovane portiere che si ispira ad Hart: "La strada per essere un giocatore professionista è lunga, ma ci credo".

12 Aprile 2016

Alessandro Di Giacomo

Alessandro Di Giacomo

Roma, San Paolo Ostiense, Tor di Quinto, Futbolclub, Lupa Roma, Polisportiva De Rossi, Sansa. Non siamo impazziti, quelle elencate sono le squadre in cui ha militato il giovane Alessandro Di Giacomo, testaccino doc, nel tentativo di inseguire i suoi obiettivi. Oggi il portiere classe ’99 milita tra le fila della Berretti della Pistoiese, per trovare quello spazio che qui, a Roma, molti giovani lamentano di non trovare. Nella sua valigia una certezza “Dare il massimo e cogliere le opportunità al momento giusto” e un sogno “Giocare il derby della Capitale con la maglia giallorossa.”

Alessandro Di Giacomo

Tutte le trafila delle giovanili qua a Roma, oggi che ti sei allontanato come giudichi questo cammino?

“Sono stato molto bene a Roma, ho trovato sempre allenatori giovani e capaci, alla Roma due allenatori dei portieri con molta esperienza che mi hanno fatto crescere molto”

C’è un allenatore in particolare che ha lasciato un segno nella tua formazione calcistica?

“Ho cominciato con il Calcio a 5, poi quando sono passato alla Roma è cambiato tutto perché mi sono cominciato a confrontare con il gioco a 11. E’ cambiato completamente il mio stile. Devo tanto sicuramente a mister Roberto Muzzi”

Poi il passaggio a Dicembre alla Pistoiese. Prime impressioni?

“E’ tutto un altro mondo, anche perché io venivo dai campionati regionali e la Berretti è un altro livello di calcio. Qui mi hanno insegnato tecniche che precedentemente non conoscevo, il mister mi ha fatto lavorare molto su determinate situazioni di gioco e mi sento cresciuto parecchio, sia trai i pali che in uscita”.


In quattro mesi quindi ti senti cambiato?

“Molto, me ne sono reso conto presto. Da Dicembre a oggi sono cambiate molte cose, sia nelle partite che nello stile: posizione in porta, organizzare la difesa nei movimenti, impostare l’azione con i piedi. Sono dettagli che il mister cura molto e che nel calcio moderno sono determinanti”.

L’anno della tua Pistoiese non è stato dei migliori, siete ultimi in classifica. Quali obiettivi vi siete posti come squadra e tu personalmente fino alla fine della stagione?

“Si, purtroppo non è andata bene però la cosa più importante in questo momento è provare a vincere queste tre partite che ci restano per provare a chiudere nel modo migliore in stagione.”

Hai già pensato al tuo futuro?

“Io qua a Pistoia mi trovo benissimo, finché loro puntano su di me mi sento al posto giusto. Non sento la necessità di tornare a Roma, anche se trovassi una società ancora più lontana ma che punta molto sui giovani la valuterei, sempre che la Pistoiese non conti su di me. Penso ad esempio all’Alessandria, un club che punta molto sul settore giovanile. La mia priorità però, ripeto, è continuare questo percorso con questa maglia e spero con questo allenatore”

Tornando all’ambiente romano. Qui sembra molto difficile per i ragazzi trovare la possibilità giusta nel professionismo e troppo spesso assistiamo a tanti giovani calciatori che farebbero carte false per un’esperienza fuori regione. Tu, che hai deciso di partire, che ne pensi?

“Roma ha pochi sbocchi nel professionismo, Lazio, Roma, Lupa Castelli e Lupa Roma. Il livello dei due club di Serie A è altissimo, ci sono giocatori che militano nelle Nazionali e la selezione è altissima. Dipende da tante cose, ma ho pensato che per me fosse meglio partire…”

Cambiamo tema, il portiere a cui ti ispiri?

“Hart del Manchester City. Molte volte guardo i suoi allenamenti su Youtube. Non è un portiere che fa miracoli e comunque è molto meno visibile di un Neuer o di un Buffon. Però è un portiere che è bravo in tutto: nelle uscite, tra i pali, con i piedi. Ammiro molto anche Perin”

Sei vicino al confine tra passione giovanile e carriera professionistica. Un giovane come te come vive questi momenti?

“Molte volte vedo allenarsi i giocatori della Prima Squadra e devo dire che la differenza è tantissima. Riuscire a fare il Image titlegiocatore professionista sarebbe un sogno, però sono consapevole che la strada è ancora lunghissima, devo pensare solo a lavorare”.

Se il tuo sogno non si avverasse quale è l’alternativa?

“Qua a Pistoia faccio Agrario, mi piacerebbe fare l’agronomo”

Un sogno per te è diventare calciatore professionista, il sogno per eccellenza invece quale è?

“Quello che sogno è debuttare nel derby di Roma, con la maglia della Roma, la squadra che tifo da sempre”.

Tu a Trigoria hai giocato nel 2009/10.


Il fatto di conoscere quell’ambiente quanto ti stimola nel provare a raggiungerlo nuovamente?

“Tantissimo! Quando ero là vedevo i ragazzi di Allievi e Primavera e pensavo che anche io avrei voluto arrivarci. Credo che l’unica possibilità che ho per tornare alla Roma è quella di dare il massimo ogni giorno, cogliere le opportunità che si presenteranno al momento giusto e sono certo che l’occasione arriverà”.

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