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Joop Lensen: "Lavoro e determinazione vi racconto la mia Lazio"

Il responsabile del settore giovanile biancoceleste si concede per la prima volta ai giornalisti: "Per fare risultato serve chiarezza, per crearla deve esserci la fiducia"

29 Novembre 2016

Joop Lensen ci racconta la sua Lazio © Valentina Zampilli

Joop Lensen ci racconta la sua Lazio © Valentina Zampilli

Il suo arrivo è stato uno dei più chiacchierati nel mondo del calcio giovanile di tutta Italia. Joop Lensen, l'uomo incaricato di portare la rivoluzione olandese nel settore giovanile della Lazio. Il nuovo responsabile ci ha così aperto le porte di Formello svelandoci segreti e filosofia della nuova era biancoceleste


Joop Lensen ci racconta la sua Lazio © Valentina ZampilliTutti a Formello Il primo punto da cui Lensen parte è quello relativo al centro sportivo. Al momento, in casa biancoceleste, si vive infatti una situazione non semplice. La sola Primavera gioca al Fersini, con le altre squadre dirottate verso altri lidi. L'Under 17 scende in campo al Melli, mentre dall'Under 16 a scendere i vari gruppi fanno del Gentili la loro casa. Due strutture, queste ultime, non proprio al top in un panorama prestigioso com'è quello di un campionato nazionale. Ecco perchè in casa Lazio ci si appresta da qui a breve ad affrontare un deciso cambiamento: “Stiamo ultimando i lavori per due nuovi campi all'interno di Formello. Qui giocheranno le squadre Under 17, Under 16 e Under 15, tutte a stretto contatto con la Primavera e soprattutto la prima squadra. Per Febbraio – Marzo, saranno finalmente pronti”. Il progetto però è ben più ambizioso visto che, come ci dice Lensen, c'è la volontà di andare ben oltre: “Vogliamo creare un polo unico che raccolga l'eccellenza del nostro settore giovanile, fornendolo di ristorante, piscina e anche di una scuola in maniera tale da poter permettere ai ragazzi di respirare il calcio professionistico durante l'arco di tutta la giornata. Al momento, avere dei gruppi che giocano al Genitili e altri al Melli non è la soluzione migliore per trasmettere quella che è la nostra filosofia. E poi – chiude lo stesso responsabile – ospitare Milan o Inter al Gentili non è certo il massimo, vogliamo fare di meglio”. I lavori sono in corso e l'obiettivo è quello di creare una struttura al top in Italia. Per vedere ultimati i lavori magari ci vorrà ancora del tempo ma i due nuovi campi rappresentano un primo e decisivo passo verso l'ingresso della Lazio nel gotha del calcio giovanile.


Mentalità e organizzazione L'arrivo di Lensen non porterà la Lazio a cambiare solamente abito, riunendo tutti i gruppi in un unico centro sportivo, ma soprattutto a rivoluzionarsi nelle proprie dinamiche interne. L'organizzazione voluta dall'olandese è infatti ben scandita da regole precise, con chiarezza sui ruoli e fiducia tra tutti i collaboratori che sono imprenscindibili. “Così come in campo, dove ogni giocatore ha abilità e compiti ben precisi, anche noi vogliamo costruire un team di lavoro vincente. Solo attraverso un gruppo che si confronta costantemente si raggiungono risultati. Questa è infatti una delle prime differenze che ho notato quando ho cominciato a lavorare in Italia, dove ogni squadra lavorava per conto suo. Ora c'è un confronto tra tutti gli allenatori del settore giovanile che lavorano assieme seguendo una filosofia ben precisa”. Filosofia che Lensen impiega poco a chiarire: “La voglia di vincere deve essere maggiore della paura di perdere. Per me esiste solo il bianco o il nero, nessun grigio. Tutto ciò che uno vuole lo ottiene esclusivamente attraverso il lavoro e la determinazione, nel calcio come nella vita. Per questo i nostri giocatori devono avere il coraggio e la voglia di vincere necessari per imporsi su qualsiasi avversario”.


Manolo Portanova, talento biancoceleste © De CesarisSistema Lazio Una delle innovazioni più importanti arrivate nel settore giovanile della Lazio è sicuramente la creazione di un sistema tecnico all'interno del quale tutti i gruppi lavorano seguendo una linea comune. Dalle prime squadre dell'agonistica sino alla Primavera, passando per Under 15, 16 e 17. Una scelta ben precisa e che ha riguardato sia quello che si vede nel weekend sia, come naturale conseguenza, il lavoro svolto durante la settimana: “Per cambiare quello che succede in campo - ci dice Lensen - è necessario cambiare il modo in cui ci si allena. Ecco perchè abbiamo creato un sistema unico per tutti e che segue una filosofia ben precisa. Tutto questo però parte dall'attività di base perché molto del livello d'arrivo dipende esclusivamente da dove si parte. Se riusciamo a creare nella nostra scuola calcio una base dalla qualità alta, i risultati che raggiungeremo nella formazione di giocatori per la prima squadra saranno sicuramente più elevati”.


Organizzazione e Movimento Questi sono probabilmente i due capisaldi del processo formativo. Joop Lensen ci spiega come un simile cammino debba partire già dai più piccoli: “Questa filosofia va trasmessa sin dal 5 contro 5 della scuola calcio. E' fondamentale che un calciatore capisca subito l'importanza di saper organizzare il gioco, di affrontare la partita creando e gestendo il possesso del pallone perché, sin quando la palla ce l'abbiamo noi, saranno gli avversari a doversi preoccupare. Oltre all'organizzazione – continua poi Lensen – c'è il movimento. Solo attraverso il movimento, andando così ad occupare più zone del campo, i giocatori possono creare soluzioni per i compagni e pericoli per gli avversari, indipendentemente da quello che sia il modulo prescelto o l'età”.


Dal generale allo specifico Il sistema Lazio voluto da Lensen si muove però in maniera ben precisa, poggiandosi su delle basi solide per poi modificarsi nel tempo a seconda delle esigenze che ogni singolo giocatore sviluppa nel corso del suo percorso di crescita. “Si lavora in maniera uniforme su una base importante com'è quella della scuola calcio. Qui i ragazzi apprendono quella che è la nostra filosofia e imparano a metterla in pratica. Nel tempo poi si va a lavorare sullo specifico per ogni singolo giocatore. Molto del lavoro tecnico che facciamo sui ragazzi dipende dalle loro qualità e dal ruolo che ricoprono. Per raggiungere i massimi livelli qualitativi è normale che ognuno abbia bisogno di soluzioni specifiche e diverse rispetto a qualsiasi altro giocatore”.


Nicolò Armini, gioiellino della Lazio © De CesarisAtletica ok ma sempre all'interno del calcio Creare squadre propositive e votate al gioco offensivo non è semplice. Lensen ha però la sua ricetta: “Per me il calcio è un passing game e non un running game. Fondamentale per ogni singolo calciatore è infatti la capacità tecnica di saper effettuare un passaggio e controllare un pallone. Ecco perchè lavoriamo molto su questo aspetto” Allenamento tecnico preferito dunque a quello atletico? Non è così semplice: “Quando perdiamo palla o sono gli avversari a gestirla, chiediamo alle nostre squadre di recuperare il pallone il più velocemente possibile attraverso il pressing. Questo richiede un grande dispendio d'energia ed ecco che la parte atletica diventa fondamentale per mantenere alto il livello di concentrazione dal primo all'ultimo minuto. L'allenamento fisico va bene, ma deve essere sempre inserito in un contesto calcistico, altrimenti non ha senso”.


A.A.A. L'insieme di questi dettami è poi sintetizzato da Lensen in una sigla che spiega a meraviglia quella che è la nuova filosofia del settore giovanile del club di Formello. A. A. A., che sta per Aggressive, Attractive e Attacking. Tre parole che tracciano il DNA del prototipo di giocatore della Lazio. Il responsabile del settore giovanile ce le traduce così: “I nostri giocatori devono essere aggressivi, cioè sviluppare una determinazione e una voglia di vincere che li porti a dominare il gioco. Devono sviluppare un calcio che piaccia e sia gradevole, ma soprattutto votato alla proposta di gioco e offensivo. Tre regole che valgono per tutti i nostri gruppi”.

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