l'intervista
Loliva ricorda il Latina: "Ghirotto e la prima squadra a 15 anni"
Uno dei portieri più in evidenza nell'intera Serie D con il Gravina: l'ex portiere nerazzurro ripercorre le tappe (spesso bruciate) in terra pontina e non solo...
Erano i tempi del Latina vestita da Prof. I tempi di Ghirotto e la sua scalata verso i play off, della Primavera tutto cuore e anche delle fasi interlocutorie tra ko inaspettati e blackout. Una delle luci più accese delle giovanili nerazzurre risponde al nome di Andrea Loliva, portiere di quella fantastica classe dei 2000, tra gli altri, dei Rocchino, degli Orefice, dei Capuani. Abbiamo parlato proprio con il numero 1, grande protagonista al Gravina e che sta rientrando proprio in questo periodo da un brutto infortunio.
Under 17, Primavera e non solo. Che ricordo hai di Latina?
"Sono stati anni fondamentali per la mia crescita prima come persona, poi come calciatore. È la mia seconda casa, lì ci sono amici con cui mi tengo in contatto. Mi hanno cresciuto come un figlio: il direttore Nello De Nicola e Gianluca Grande, passando per il mister Ghirotto e il suo staff. Ero circondato da gente fantastica. L’anno più bello sotto il punto di vista dei risultati, di certo, è stato il primo con l’Under 15: arrivammo secondi nel girone, e alle fasi finali perdemmo contro il Milan di Plizzari e Bellanova. L’anno dopo con mister Ghirotto feci un triplo salto in primavera. A questa società e a questa città devo tanto se non tutto".
Raccontaci qualche aneddoto.
"Ce ne sono tanti... Il più bello è rappresentato dalla prima convocazione con la prima squadra. A 15 anni. Era lunedì ed eravamo di riposo perché il giorno precedente avevamo vinto. Ero a casa dell'allenatore in seconda, mister Dubla, con cui mi tengo ancora in stretto contatto. Beh, ricordo che ero a pranzo da lui, stavo per iniziare a mangiare, quando gli arriva una telefonata: «Accompagna subito Loliva allo stadio». Stavo andando ad allenarmi con i grandi. Fu una sensazione bellissima".
Mister Ghirotto, adesso come all'ora, è sempre stato molto sanguigno e grintoso in panchina. Sembravate recepire il suo messaggio.
"È fenomenale. Sa tirare il meglio dai propri giocatori. Dopo la mia famiglia mi fido solo di lui... È più di un semplice allenatore per me".
Ti senti ancora con qualche tuo ex compagno?
"Certo, abbiamo un gruppo Whatsapp su cui ridiamo e scherziamo... Proprio l’altro giorno discutevamo di questo triste momento".
Ora sei al Gravina: tra grandi partite e un episodio molto sfortunato...
"Stava andando alla grande. Tante soddisfazioni nel giro di due anni con buone prestazioni e la ciliegina sulla torta con la convocazione al Torneo di Viareggio l’anno scorso. Fino a quando lo scorso 15 dicembre subisco la lesione del legamento anteriore del crociato destro. Purtroppo sono caduto ma grazie alla società, al dottor Bruno e al fisioterapista Pappalardi, sono quasi pronto per tornare. Di certo questo stop, mi darà più tempo per recuperare. Anche qui a Gravina ho trovato persone fantastiche, su tutti mister Loseto e i miei preparatori Cimino e Marinacci"
Il Covid-19 ha bloccato forzatamente e giustamente anche i calciatori a casa. Vuoi lanciare un messaggio soprattutto ai più piccoli?
"Restate a casa per il bene di tutti. Con tutti i mezzi che ci sono oggi, ascoltare e obbedire alle direttive del nostro governo è semplice. Solo uno stupido non lo capirebbe. Per i ragazzi sportivi come me, consiglio di allenarsi a casa costantemente per far sì che al rientro si facciano trovare al meglio della forma fisica".