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l'intervista

Malagò: "Al 99% riparte la Serie A. Finirà? Serve la palla di vetro"

Il presidente del Coni è intervenuto ai microfoni di "Non è un paese per vecchi" su Radio Rai 2

14 Maggio 2020

Giovanni Malagò, presidente del CONI

Giovanni Malagò, presidente del CONI

Il presidente del Coni Giovanni Malagò è tornato a parlare di Serie A ed Olimpiadi ai microfoni di "Non è un paese per vecchi" in onda su Radio Rai 2. "Le possibilità che la Serie A riparta il 13 giugno? Direi il 99%. Mi sembra che si stia facendo di tutto per ripartire. Se poi mi chiedete quante chances ci sono che il campionato arrivi al termine allora servirebbe la palla di vetro. In Germania ed in Inghilterra si riprende a giocare, ma se poi non riescono a chiudere la stagione hanno già un accordo con i calciatori. In Italia l'obiettivo era solo quello di ricominciare, poi vediamo come va. Questa è una mentalità che io non ho. Penso che nella vita, anche se si è convinti del proprio progetto e del proprio lavoro, serva sempre un'alternativa, altrimenti si richia di compromettere una situazione già molto complessa". Il numero del Coni ha poi parlato della direttiva di mettere in quarantena l'intera squadra in caso di positività del singolo giocatore: "Abbiamo recepito la direttiva che individua un comportamento di squadra e non sul singolo. Questa però è una questione tra la Commissione Tecnico-Scientifica ed il governo. Io non ho mai interloquito con la CTS. E' comunque una regola che potrebbe essere rivista. La lotta tra alcuni medici e la commissione non è un argomento che mi appassiona".  In chiusura anche una battuta sul rinvio delle Olimpiadi di Tokyo: "Più si andrà avanti, maggiore sarà la certezza che si farà tutto al meglio e che il mondo sia ripartito. Inoltre spostare i giochi olimpici ai mesi precedenti sarebbe stato complicato per una serie di incastri di calendario. In Giappone sono previsti concerti importanti e grandi convention delle multinazionali, quindi le strutture necessarie non sarebbero state disponibili. Inoltre bisogna tener conto anche dei grandi network che hanno acquistato i diritti. Il rinvio è un'ottima soluzione ed il mondo olimpico, assieme all'OMS, è stato bravo nel prendere la decisione in due settimane e sotto pressione".

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