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Lazio, il problema è mentale. La truppa di Gonini con le big non vince mai

Federico Meuti

Continua a non trovare il punto di decollo la Lazio di Simone Gonini, continuamente immersa nel mare della discontinuità. Le aquile sono state perfette contro le cinque squadre che si trovano sotto di loro in classifica, ma non hanno mai raccolto punti quando erano chiamate ad affrontare le dirette concorrenti. La sconfitta di domenica a Benevento si è aggiunta al ko di misura a Frosinone e al tonfo clamoroso di Napoli, in cui i capitolini caddero addirittura per 3-0. Passivi pesanti, tanta delusione e la consapevolezza in questo momento di non essere del livello delle primissime. Il recupero del derby a gennaio potrebbe essere il punto di svolta, ma urgono cambiamenti rapidi e importanti. Nella trasferta campana tra gli assenti c’era il top player della squadra Giovanni Carbone, ma nonostante ciò la Lazio poteva dare molto di più. I biancocelesti dopo il rigore sbagliato da Petrone si sono completamente ammosciati, subendo la doppietta decisiva di De Stefano, seguita dal secondo penalty questa volta realizzato da Mastrantoni, che ha provato invano a riaprire la gara. Più in generale la cosa che stupisce sono le difficoltà delle aquile di trovare la giusta determinazione nei match di prima fascia, con il rischio serio che questo possa diventare un problema mentale per la squadra. D’ora in poi passi falsi e approcci sbagliati non sono più permessi, anche perché sennò l’accesso alla fase finale potrebbe diventare proibitivo.

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