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Plaia, Della Rocca e Levak: fante, cavallo e re. Ciaralli ride, la Roma vola

Lorenzo Canicchio

Secondo minuto di recupero, break di Feola, cross di Ragone e colpo di testa di Levak. Basta questo alla Roma per stendere la Lazio, prendersi il primato in solitaria e avviare il countdown per il matematico approdo ai quarti di finale Scudetto. Il derby si tinge di giallorosso con la forza e la veemenza di chi all'andata era rimasto sorpreso dalla voglia biancoceleste e, soprattutto, da chi ha voluto ricordare a tutti i costi che i Campioni d'Italia sono al di qua del Tevere. Marco Ciaralli ride, la Roma vola alto, altissimo, conquistando la vetta e staccando proprio i cugini, ora distanti tre lunghezze. Il lavoro improntato dal tecnico capitolino continua a portare frutti dolcissimi, come dimostrato dalla prova ampiamente oltre la sufficienza della quasi totalità dei lupacchiotti. A partire da Marin, cresciuto tantissimo nel gioco con i piedi, finendo per chi è subentrato dalla panchina che, tra le altre cose, si è rivelato anche decisivo. Questo, però, sarà oggetto di un ulteriore approfondimento. Adesso a prendersi la scena sono i tre migliori in casa Roma: ognuno, a modo suo, ha inciso e non poco spostando l'ago della bilancia. Partiamo da Matteo Plaia che "fante" è stato solo nei primi mesi nella Capitale, perchè dalla scorsa stagione in poi da soldato semplice ha presto scalato i gradi. Dall'anno passato, promosso da sotto età in Under 17, nonostante le tante difficoltà è cresciuto a dismisura proprio sotto le indicazioni di mister Ciaralli. Ieri, sceso dall'Under 18, ha in qualche modo ringraziato il suo "vecchio" allenatore sfoggiando una prestazione da leader, una prova di cui la Roma aveva bisogno. Il salvataggio sulla linea in apertura di derby basta? Qualora non dovesse essere così, allora c'è da riavvolgere il nastro per tutte le chiusure di cruciale importanza che hanno reso la domenica di Gningue e compagni un inferno. E se Trigoria si è trasformata in un inferno, a comandare era sicuramente un indiavolato tuttofare in mezzo al campo, un capitano che ieri come non mai ha incarnato tutte le doti necessarie per indossare quella fascia. Mattia Della Rocca, il "cavallo" giallorosso, si è caricato l'intera Roma sulle spalle, risollevandola nei primi venti minuti di difficoltà, tenendola in piedi quando necessario (vedi la sfrenata corsa per recuperare sul contropiede di Cuzzarella). Gli è mancato solo il gol che prima un super Ciardi e poi la traversa hanno negato al numero 9. Fin quando l'atteggiamento sarà questo nessuno potrà rimproverargli nulla, il cambio di mentalità da "bambino" a giocatore c'è stato e lo ha ampiamente dimostrato, ora la sfida è rimanere con i piedi per terra continuando a macinare chilometri domenica dopo domenica. Al vertice della piramide il "re" Sergej Levak. Il croato, ultimo arrivato in casa Roma nel mercato di gennaio, ha conquistato il trono di MVP della stracittadina mettendo a segno il decisivo che ha mandato in estasi l'Agostino Di Bartolomei. Arrivato dall'Osijek, sta ancora proseguendo il fisiologico periodo di ambientamento, ma è già al secondo timbro in giallorosso. Il primo con l'Under 18 contro la Sampdoria, il secondo ieri dopo appena otto minuti in campo che lo consacrerà tra i più veloci marcatori nella storia del derby. 

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