Under 14 Pro

Lazio, Tobia Assumma si gode il doppio primato: "I ragazzi son stati stupendi"

Federico Meuti

Fare la differenza al primo anno in una realtà importante come la Lazio non è mai facile, soprattutto raggiungendo traguardi di spessore già a metà del percorso intrapreso. La scommessa fatta in estate da Mauro Bianchessi su Tobia Assumma è stata assolutamente vincente, senza se e senza ma. L’allenatore formatosi nella Reggina si è presentato nella capitale con un curriculum di tutto rispetto dopo l’esperienza in amaranto, confermando le aspettative in quel del Green Club. Arrivato a dover gestire un gruppo molto valido come i 2009, il mister ha capito subito che la chiave per raggiungere obiettivi di spessore sarebbe dovuta essere quella di portare la rosa sullo stesso livello, facendo crescere i singoli su quegli aspetti tecnici che per questioni di età ancora mancano. Un cammino chiaro è stato intrapreso, e per ora le risposte possono esser solo che felici, guardando l’exploit di diversi giocatori. “In questo momento siamo molto soddisfatti dei progressi fatti durante il nostro percorso. Non è stato semplice, all’inizio la rosa aveva un livello disomogeneo in diversi ambiti, e devo fare i più sinceri complimenti ai miei ragazzi per essersi messi a completa disposizione, capendo come lavorare per raggiungere una nuova dimensione. La doppia competizione, nazionale e regionale, è stata fondamentale così da far giocare quasi tutti ogni settimana, consegnandoli anche la dimensione del campo, che è importante per crescere. Se prima avevo una determinata situazione ogni venerdì, ora quando faccio la formazione ho diversi nodi da sciogliere, e questo è solo che un bene per un allenatore”. Concetti chiari, applicati alla perfezione dalla squadra di Assumma, che ha chiuso davanti a tutti nella categoria Pro e vola a vele ben spiegate in quella Elite, dove è a più cinque dalla seconda in classifica. I biancocelesti ora godono del vento in poppa, ma hanno pure saputo come ottenerlo. “Il risultato è solo la conseguenza del lavoro mirato alla crescita tecnica dei giocatori, senza quella non si ottiene nulla. Se parliamo di settore giovanile la ricerca della vittoria per mero fine non serve a niente, ma al contrario deve esser figlia di un percorso mirato, strutturato, in cui ogni singolo si senta valorizzato, migliorato, potendo poi così esprimersi al massimo sul campo. È una cosa che viene in maniera naturale se tutto si svolge nel giusto modo, perché ricordo sempre che noi siamo un anello della lunga catena di produzione di calciatori per il futuro. Vincere il campionato? Non sono il tipo di allenatore adatto per ottenere titoli dal mio punto di vista, anche se più di qualche sfizio in carriera me lo sono tolto”.

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