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Speciale derby U18
Crescita vertiginosa dell'attaccante in questa stagione, tanto da diventare un punto fisso nelle formazioni di D'Urso. Magari con la voglia di decidere la stracittadina di domenica
31 Marzo 2023
Edoardo Della Salandra (Foto ©Torrisi)
Regalarsi degli scenari inattesi, poter visualizzare nuovi orizzonti con la consapevolezza adesso di non doversi porre dei limiti. La stagione della Lazio ha vissuto un’altalena d’emozioni tipica di chi veramente è abituato a provare grandi emozioni, alle quali, e non per forza a causa di colpe personali, non si è riuscito ad aggiungere nella prima parte dell’annata quella continuità necessaria e doverosa. I biancocelesti, passato un avvio sprint, hanno dovuto constatare un momento di difficoltà accertata, figlia della volontà della società di attingere dal gruppo dei 2005 per ravvivare una Primavera spenta ed immersa nell’oscurità durante il periodo autunnale. Dopo che mister D’Urso ha voluto che una parte del gruppo rimanesse solida, a formare la base di una seconda parte di stagione in cui rimontare doveva essere il verbo principale, le cose hanno preso tutt’altra via. Sconfitta la Fiorentina, Nazzaro e compagni hanno iniziato una marcia quasi trionfale, raccogliendo altre quattro vittorie, a fronte di un solo pari ed una sconfitta. Le Aquile hanno cominciato a seguire un percorso pieno di punti e soddisfazioni, che li ha visti maturare in gran modo, vincendo diversi scontri diretti in maniera incontestabile. Come il 2-3 sul campo del Bologna, o lo 3-0 imposto al Sassuolo, arrivando agli ultimi due fondamentali risultati, di cui son rimaste vittime Lecce ed Empoli. Una scalata impressionate, resa tale da diversi interpreti, tra cui, senza dubbio, Edoardo Della Salandra. Il massiccio attaccante, arrivato nella passata stagione a gennaio dall’Urbetevere, ha avuto un periodo d’ambientamento non semplice, lasciando però dei sentori ai playoff sulla possibilità di poter migliorare e neanche poco. Detto, fatto. Il centravanti quest’anno, visti anche i periodi fuori di Brasili tra infortuni e convocazioni in Primavera, ha potuto osare maggiormente lì davanti, trovando una spazio chiuso nei mesi precedenti, e sfruttandolo nella miglior maniera possibile. Se le prime impressioni non fossero state di certo esaltanti, il numero nove ha avuto gli enormi meriti di saper aspettare il suo momento, lavorando, in maniera costante, fino a trovare il suo ruolo nella squadra. Della Salandra si è calato perfettamente nei panni della punta fisica, straordinariamente dominante nei singoli duelli, aprendo canali e corridoi per i suoi compagni, e non facendo mai mancare il supporto anche in fase di pressing. Densità, sostanza, a cui pian piano lo staff biancoceleste ha aggiunto diverse componenti interessanti. Su tutte c’era la necessità di lavorare sulla parte tecnica, migliorare la gestione del pallone, al fine di rendersi ancor più pericoloso dalla trequarti in su. L’ex Urbe non ha deluso neanche lì, divenendo il punto di riferimento di un attacco leggero negli altri elementi, andando sempre a contestare il possesso, tramite duelli fisici o per via aerea. Il classico giocatore in grado di far tantissime cose utili alla squadra, aggiungendo quella fondamentale, il gol. Il feeling con la rete avversaria è diventata un rapporto indissolubile per l’attaccante, che ci ha preso gusto, piazzando il suo timbro anche in occasioni importanti, come nell’ultima sfida contro l’Empoli. I sigilli firmati ad oggi sono sette, e magari domenica contro la Roma potrebbe arrivare l’ottava meraviglia, quella più importante, in grado di far continuare a sognare la sua Lazio.
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