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Primavera 1
Ieri sera l'esterno classe 2004 ha confermato gli enormi progressi degli ultimi tempi: deve migliorare ancora in fase difensiva, ma la strada è quella giusta
26 Aprile 2023
Luigi Cherubini, MVP di ieri sera (Foto ©Mirna De Cesaris)
Desiderata, ambita, inseguita e alla fine centrata: all'Arechi di Salerno la Roma conquista la Coppa Italia riportando a Trigoria un trofeo che mancava da ben sei anni. Tantissimi gli spunti che ha offerto la finale di ieri sera: dalla riconferma di Faticanti centrale di difesa fino alla crescita di bomber Misitano (anche in Primavera), passando per l'ennesima grande prova di Chesti e il lavoro tanto oscuro quanto prezioso di D'Alessio. I riflettori, però, vogliamo puntarli su Luigi Cherubini, sull'inesauribile Luigi Cherubini. Partiamo dagli aspetti negativi. Il primo è legato alla lucidità: nel corso del secondo tempo scalcia Kayode in maniera piuttosto vistosa senza che l'esterno viola fosse più in possesso del pallone. A caldo il rosso sembrava cosa certa, invece l'arbitro estrae il giallo graziando il 7 di Tivoli. Il secondo tema è invece relativo alla fase difensiva, ma questo fa chiaramente parte del percorso. Dal punto di vista tattico, a volte, è ancora impreciso e ieri un paio di volte si è fatto sorprendere fuori posizione. Oltre ciò in qualche circostanza ha peccato anche nelle "posture" difensive, non riuscendo a contenere le sgroppate di Kayode, soprattutto nel primo tempo. Per quest'ultimo punto le risposte le ha date anche Federico Guidi nella conferenza post gara. Ok adesso basta: è arrivato il momento di passare a tutti gli altri aspetti, che sono tanti e tremendamente positivi. La maggior parte li conosciamo già, come sono evidenti da tempo le caratteristiche principali di Luigi Cherubini. Qualità tecniche superiori alla media, anche e soprattutto per quanto riguarda le giocate più complicate che spesso sfoggia con controlli volanti ed esecuzioni balistiche tutt'altro che elementari. Il tiro a giro col destro, marchio di fabbrica del 7, ma anche la capacità di saper usare il piede debole che lo rende sempre imprevedibile. E poi il dribbling, sia secco che in velocità, l'elevazione (nonostante non sia certamente un gigante), la visione di gioco, l'assist e il cross. Insomma, Luigi Cherubini è un calciatore completo, a cui non manca davvero nulla. Non ha chissà quale struttura fisica? Vero, ma sa sopperire alla grande con una voglia di mangiarsi il mondo che contraddistingue pochi giocatori. Ieri c'è stato un momento più di tutti gli altri che ci ha fatto capire chi è e soprattutto cosa potrà essere Luigi Cherubini. Uno che il professionista lo farà di mestiere, visto che, tra le tante cose, al secondo tempo supplementare - dopo chilometri e chilometri percorsi sulla fascia - ha avuto la forza di fare una corsa di cinquanta metri per recuperare su Di Stefano che, dopo aver saltato Faticanti, si era ritrovato a tu per tu con Baldi. Il 7 è arrivato anche lì, con una leggera spallata furba e rischiosa ma anche regolare, che ha fatto perdere l'equilibrio allo stantuffo viola. Insomma, nei momenti decisivi Cherubini c'è sempre: che sia in difesa o in avanti per intercettare il possesso avversario e dare il là alla controffensiva (come in occasione del gol di Misitano), o ancora quando c'è da pennellare sulla testa di Keramitsis il pallone che vale la coppa. E allora il paragone con Stephan El Shaarawy vien quasi da sé: per il ruolo e la sua interpretazione, per l'evoluzione che entrambi hanno avuto (da giocatori offensivi a esterni a tutta fascia), per la capacità di esserci nei momenti cruciali, sempre. Per la qualità che forse non esalta come quella di un Dybala, di un Pagano o di un Pisilli, ma per quella stessa qualità che, alla fine dei conti, è puntualmente decisiva quando necessario. E, soprattutto, per una voglia incredibile di non mollare mai.
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