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Lazio, l'incubo è finito. L'artefice della promozione è Stefano Sanderra

Il volto della cavalcata biancoceleste è sicuramente quello dell'allenatore, praticamente perfetto nella gestione dei momenti, capendo come modellare il gruppo

08 Maggio 2023

Stefano Sanderra

Stefano Sanderra, allenatore della Lazio (Foto ©De Luca)

Ora è tempo di festeggiamenti, di sorrisi, di gioie ed emozioni per tutto quello che si è raggiunto. Ed è sicuramente giusto così, al termine di una stagione quasi infinita, che però ha rispettato il verdetto del campo, in cui negli ultimi mesi la Lazio si è dimostrata ampiamente di un’altra categoria. Proprio così, di un’altra categoria. La Primavera 1 per l’esattezza, in cui i biancocelesti tornano dopo un capitolo grigio, lungo due anni, dove hanno dovuto lottare in mezzo ai cadetti. Tra i tanti meriti di chi ha partecipato a tutto ciò, il maggiore, almeno dal nostro punto di vista, non può che essere quello di mister Stefano Sanderra. La rincorsa verso la Terra Promessa è stata una maratona a tappe, alcune difficili da digerire, quasi interminabili, ma stupendamente gestite dal tecnico dei capitolini. L’avvio di campionato è apparso come la classica scena di un film horror, in cui nulla va per il verso giusto, soprattutto per demeriti proprio. A quattro giornate dall’inizio della stagione, quattro erano i punti racimolati dalle Aquile, estremamente distanti tra di loro una volta incassato il ko interno con la Virtus Entella. Lì arrivò la prima, vera sfuriata da parte dell’ex Hibernians nei confronti della squadra, rea di non aver mostrato il giusto atteggiamento in una gara in grado di mostrare le mille difficoltà dei romani. Le decisioni da parte dello staff, congiunte con la società, si fecero vedere poi nelle successive settimane, in particolar modo dopo la sconfitta di Imola. Quel passo falso è stato il punto segnante della stagione biancoceleste, la svolta che ha portato poi ad una scalata inesorabile, ad un cammino lunghissimo, ma in cui si è amato così tanto il finale da dimenticarsi a tratti la fatica fatta. E quanta ce ne è voluta, gestita però alla perfezione da parte di Sanderra, sia nella comunicazione ma a maggior ragione con le scelte in campo, plasmando questa squadra a sua immagine. Difatti il 2-1 inflitto dall’Imolese portò poi a diciotto risultati utili consecutivi, valsi la vetta della classifica in maniera perenne con l’avvento del 2023, prendendosi poi anche il pass diretto verso la massima serie. Non è stato facile sicuramente, ma quando si crede nelle proprie idee, le si conserva dovere, capendo come affrontare situazioni improvvise e complesse, allora tutto è raggiungibile. Il mister difatti è stato perfetto nell’inquadrare i momenti, scegliendo di rivoluzionare la rosa ed il suo undici, puntando in maniera forte sul gruppo dei 2005 prima (Di Tommaso, Petta e Brasili su tutti, escludendo gli elementi già fissi in Primavera, Milani, Magro e Dutu), e poi sfruttando a dovere l’ottimo materiale prelevato dal mercato invernale da parte del direttore Fabiani. Una volta la carota, quando gli ingranaggi del macchinario dovevano ancora incastonarsi a dovere, una  volta il bastone, non pensandoci su due volte a metter fuori rosa, insieme sempre al giudizio di una dirigenza attentissima, i tre fuori quota (Marinacci, Castigliani, Adjaoudi), puntando forte sui suoi. Le integrazioni tattiche fatte dopo l’arrivo di Baldé son state di classe eccelsa, disegnando un nuovo modulo che esaltasse al contempo l’impeto da grande attaccante di Crespi, la forza di Gonzalez e la fantasia di un talento assoluto, del talento del domani biancoceleste: Saná Fernandes. Il lusitano è stato coccolato nel giusto modo fino alla sua esplosione, trattandolo poi come un figlio maturo quando alcuni atteggiamenti non sono stati il massimo, da pagare con un paio di partenze in panchina. Il tutto però si è amalgamato perfettamente, ottenendo un risultato quasi d’obbligo, ma al contempo facendo crescere in maniera importante diversi elementi della rosa, e riportando la Lazio dove merita di stare. Il volto della promozione allora è sicuramente quello di Stefano Sanderra, nel forte credo delle sue idee, così come nella capacità di saperle adattare al contesto, perché chi non cambia mai opinione su nulla non può esser destinato a compiere grandi cose. I biancocelesti lo hanno fatto, traghettati in maniera esemplare dal loro allenatore. E ora si pensa al futuro…

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