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Tra orgoglio e qualche rimpianto. Lazio, una stagione che non è mai nata

Federico Meuti

Tempo di bilanci, di analisi e considerazioni finali su una stagione lunghissima, che forse poteva andare meglio, ma è stata caratterizzata da enormi difficoltà. Il tramonto della regular season ha fatto scendere il sipario anche sul cammino della Lazio, che ora dovrà guardare ad un futuro potenzialmente splendente. Acquisita ormai la presenza in Primavera 1, la società di Formello è chiamata ad un’annata importante, dove il gruppo dei 2005 si prenderà la scena. Al di fuori del folto gruppetto già presente nella massima squadra giovanile, le Aquile dovranno comporre nel giro di un mese la rosa per il prossimo campionato ed in questo senso le settimane di giugno saranno decisive. Questo è il tempo però di riavvolgere il nastro e cercare di capire tutto quello che è andato bene, e cosa invece ha imboccato la strada sbagliata.

LA STAGIONE

Che l’obiettivo dichiarato sulla griglia di partenza fosse quello di centrare la qualificazione alle semifinali è un qualcosa di certo, ma le mille vicissitudini avvenute durante il percorso hanno dovuto spostare il mirino. Questa rosa è stata spesso stravolta durante i mesi autunnali, con D’Urso obbligato a dover rivedere il suo undici anche alla vigilia degli incontri, dato il sali e scendi di alcuni elementi dalla Primavera. Nulla di preoccupante o sbagliato, ci mancherebbe, la squadra superiore ha sempre le maggiori e dovute attenzioni, ma al contempo è stato un fattore decisivo. L’insolita discontinuità ha portato ad un classifica non totalmente soddisfacente, ribaltata però con l’avvento del 2023. Le Aquile si sono rimesse a posto, guidate dalla fermezza del loro mister fino ad inanellare risultati di spessore. Nel secondo dei tre gironi i biancocelesti hanno mandato al tappeto Fiorentina, Sassuolo, Lecce, Bologna, proseguendo poi con lo splendido successo sul campo dell’Empoli. Un filotto figlio del carattere che da sempre rispecchia questa rosa, mai domani nei momenti difficili. Da lì in poi però, è iniziato il buio. Qualche fastidio muscolare di troppo e pedine assenti in partite delicate, non hanno permesso poi ai capitolini di imporsi sul gradino d’argento del girone A, in grado di valere l’accesso alle Final Four. Con la Roma alla fine ci andrà il Sassuolo, e qualche rimpianto forse c’è per Oliva e compagni, in grado di rifilare un bel tris ai neroverdi al Green Club. L’ultima tornata di sfide è stata quella che ha decretato la fine della corsa, causa ko dolorosissimi come le sconfitte per mano di Sampdoria, Cesena e Napoli, dovute però anche ad un calo fisiologico di una squadra arrivata allo stremo delle forze. Adesso in estate si faranno i giusti calcoli, all’interno di un gruppo che ha ancora molto da dare.

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