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Difficile parlare di delusione dopo aver vinto un tricolore, per altro il secondo, ma negli occhi di tanti 2006 giallorossi s'intravedeva una mancanza
26 Giugno 2023
L'alzata della coppa (Foto ©De Cesaris)
Lo ha detto mister Ciaralli dopo il triplice fischio della finale di Ancona che ha visto i 2006 della Roma salire sul tetto d'Italia, un'altra volta.
Coronati i sogni di gloria, un'altra volta: la Roma è Campione d'Italia
Un anno fa l'assist di Feola per il gol di Nardozi: oggi una gioia a testa per ribaltare l'Inter. Ciaralli si cuce il tricolore sul petto, per i 2006 è il secondo Scudetto di fila
Questo è uno Scudetto conquistato per merito di tutti: dello staff di Under 17, ma anche di Under 18 e Primavera, dei grandi protagonisti che hanno segnato in finale - Feola e Nardozi - ma anche di chi è rimasto seduto in panchina o in tribuna.
Roma, Marco Ciaralli: "Questo Scudetto è merito di tutti"
Il tecnico ha commentato il trionfo tricolore ai nostri microfoni dopo l'alzata della coppa
Prima della sfida con l'Inter, ma anche dopo durante i festeggiamenti, negli occhi di chi non è sceso in campo s'intravedeva la mancanza di qualcosa: perché vincere è bello, bellissimo, ma farlo senza contribuire in prima persona lascia sempre quel retrogusto di amarezza. Normale, fisiologico, umano. A maggior ragione se a diciassette anni. E forse quando ci sei dentro non te ne rendi conto, ma da fuori il quadro si vede completo in tutto il suo splendore. Perché solo alla Roma e in pochi altri club può accadere questo. Perché il livello è così tanto alto che ogni gruppo avrebbe due intere formazioni titolari da mandare in campo e che probabilmente vincerebbero lo stesso. Ma il calcio è così. Vanno fatte delle scelte e solo 11 sono quelli che calcano il rettangolo verde dal primo minuto. E allora, ragazzi, non mollate: perché la strada è ancora lunghissima e il vostro futuro più che mai roseo. Pensiamo a De Franceschi, uno dei protagonisti di spicco della scorsa stagione, o a Guerrieri che quando chiamato in causa ha sempre risposto presente. A Obleac, che nonostante tutto è tornato alla grande. A Occhi, che lo scorso anno si regalò una delle gioie più grandi: un gol al derby che eliminò i cugini lanciando la Roma verso il tricolore. Pensiamo a Carpineti, grande certezza di questo gruppo, da sempre. A Litti, che sta ritornando quello di un tempo dopo una stagione travagliata e che nel prossimo campionato riprenderà a fare solchi sulla corsia di sinistra. Pensiamo a Cioffredi, un'altra affidabilissima opzione oltre che un ragazzo d'oro. Pensiamo a Surricchio e a tutta la qualità che infonde in mezzo al campo. A Ragone, giocatore di straordinaria intelligenza tattica e non solo, oppure a Pedro Lopes, un altro dei principali fautori dello Scudetto di Under 16. Pensiamo a Ceccarelli, un altro profilo che giocherebbe titolare nella stragrande maggioranza delle altre squadre, oppure a Papa e al suo meraviglioso, puro, innato talento. Pensiamo a Colasurdo, l'ultimo arrivato dai Dilettanti che sta lavorando sodo per raggiungere il livello degli altri. Insomma, ragazzi, non mollate: questo Scudetto, anche se può non sembrare, è tornato nella Capitale anche per merito vostro.
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