Italia U19
Apoteosi azzurra! Kayode stende il Portogallo: siamo Campioni d'Europa
Europei Under 19, la Finale: Portogallo-Italia
PORTOGALLO Gonçalo Ribeiro 5.5, Gonçalo Esteves 5, António Ribeiro 5.5 (47'st Luís Gomes sv), Gabi Brás 5, Martim Marques 5 (1'st Martim Fernandes 6.5), Samuel Justo 5.5 (1'st Diogo Prioste 5.5), Nuno Félix 4.5, Gustavo Sá 5, Hugo Félix 5.5 (38'st Miguel Falé sv), Rodrigo Ribeiro 5.5, Carlos Borges 5.5 PANCHINA Diogo Pinto, Jorge Meireles, Herculano Nabian, da Rocha, Vasconcelos ALLENATORE Joaquim Milheiro
ITALIA Mastrantonio 7.5, Missori 8, A. Dellavalle 7.5, L. Dellavalle 7, Regonesi 6.5, Hasa 8, Faticanti 8.5 (35'st Pisilli 6.5), Ndour 6 (20'st Lipani 6.5), Kayode 8, Esposito 7, Vignato 7.5 (35'st Koleosho 7) PANCHINA Palmisani, Chiarodia, D'Andrea, Bozzolan, Amatucci, Turco ALLENATORE Bollini
MARCATORI Kayode 19'pt
ARBITRO Jablonski (Germania) ASSISTENTI Morim (Lussemburgo) e Kempter (Germania)
NOTE Ammoniti Gabi Brás, Samuel Justo, Missori, Ndour, Kayode, Joaquim Milheiro, Gustavo Sa Angoli 2-2 Fuorigioco 0-2 Rec 2'pt, 5'st
Non siamo secondi a nessuno signori, ora possiamo dirlo con grande chiarezza. Non bisogna più avere paura del nostro futuro, apparso poche volte così splendente all'orizzonte, per una generazione - come dimostrato anche dall'U20 - che proverà a riportare l'azzurro sul tetto d'Europa e del Mondo come abbiamo fatto tante volte in passato. La sfida da raccogliere è tutta nelle mani della federazione, delle società, perchè adesso le scuse non hanno più cittadinanza, bisognerà solo puntare su questi splendid calciatori (presentissimi nella nostra Top 100 Primavera in edicola lunedì sul giornale). In questo paese il talento quasi avanza, ora bisogna valorizzarlo, e non utilizzarlo solo per rimettere a posto i bilanci, finendo in discorsi scadenti sul fatto che i vivai non siano più quelli di un tempo. No, adesso non si può commettere quest'errore, perchè siamo Campioni d'Europa, anche se la consapevolezza sarebbe rimasta uguale. Il traguardo finale può far cambiare solo l'umore, la soddisfazione la dà il percorso, e che straordinaria avventura è stata quella di Malta. Come venti anni fa, il Portogallo si arrende all'Italia, che si prende la rivincita più bella dopo la sconfitta nel girone, meritando appieno il successo e riscattando anche un'estate di delusioni in finale per il calcio italiano. Grazie di cuore ragazzi, le vostre lacrime sono le nostre, dai divani di casa a stringersi insieme per tifare la squadra del ct Bollini, come abbiamo fatto mille volte in passato, e come, se si punterà a dovere su questi giovani, riprenderemo a fare nei prossimi anni!
IL CORAGGIO SOVRASTA LE PAURE
Il fischio d'avvio del fischietto tedesco dà l'inizio alle danze, anche se la tensione è subito palpabile. L'atteggiamento azzurro comunque è quello giusto, impedendo ai lusitani di costruire dal basso e al contempo obbligandoli a cercare il lancio lungo. Il gioco dei portoghesi così tende a snaturarsi, e avanza l'orchestra di italiana, che con un paio di armonie impensierisce severamente Gonçalo Ribeiro. Nel primo caso Missori mostra a tutto lo stadio la dolcezza del suo destro, disegna un cross perfetto in area per Esposito, che, con il portiere ormai fuori da giochi, colpisce male di sinistro, spedendo sul fondo il pallone; qualche istante dopo invece, i movimenti tra le linee liberano lo spazio per Ndour, il centrocampista carica il destro, alzando troppo la mira e non centrando lo specchio. I ragazzi di Bollini allungano le mani sulla contesa, prendono le redini del gioco, grazie alle geometrie meravigliose di Faticanti, infiammate a dovere dagli spunti di qualità della coppia imprevedibile Hasa-Vignato. Il fim della partita rimane questo, e proprio dall'ennesimo guizzo dell'esterno juventino arriva un cross insidioso al 19'. Hasa sterza bene su due difensori, fa ruotare la sfera di mancino verso il secondo palo, dove Kayode si divora Martim Marques nel duello aereo, staccando talmente forte di testa da indurre Gonçalo Ribeiro ad un errore grossolano, che non impedisce alla palla di gonfiare la rete, facendo esplodere la gioia azzurra per il vantaggio. La narrazione non di discosta dalle tinte tricolore, i ragazzi di Joaquim Milheiro cercano di alzare il baricentro, ma, al di fuori di una doppia uscita perfetta di Mastrantonio, i rossoverdi non fanno mai male, subendo di continuo invece le verticalizzazioni dei nostri. Vignato è una mastino sulle caviglie dei centrocampisti lusitani, mentre Ndour continua ad essere un rebus. Proprio il neo giocatore del PSG imbecca alla grande Esposito in area, il centravanti dell'Inter fa ancora meravigliosamente il suo lavoro, ripulendo il possesso in direzione Hasa, il cui piatto destro è preda dei guanti di Ribeiro. L'ennesima trama dell'Italia manda in difficoltà un Portogallo con poche idee, e poco dopo il duello si ripete, ma questa volta il destro del giocatore della Juventus finisce alto, così come la punizione sul gong di Hugo Félix, che anticipa il riposo negli spogliatoi delle due squadre.
SOFFERENZA... E POI La GIOIA!
La reazione feroce che si attende dai lusitani, nei primi minuti della ripresa si manifesta sotto forma di una quieta risposta dei nostri avversari, che non non trovano il modo di arrivare dalle parti di Mastrantonio. Al contempo invece l'attitude italiana non varia di una virgola, il carattere degli azzurri è quello veramente delle grandi squadre, rispettando a dovere il piano partita. Negli spazi lasciati dai portoghesi, i giocatori di Bollini trovano linfa vitale per il loro gioco, come quando Vignato cerca la conclusione dal limite, ma Gonçalo Ribeiro blocca in due tempi. Nonostante ciò però, qualche passaggio sbagliato di troppo da parte di Ndour soprattutto, dà vigore all'undici di Milheiro, che cerca di entrare in ritmo nella fase offensiva. A forza di conquistare tutte le seconde palle, Gustavo Sa si costruisce bene lo spazio per il destro, il tiro pericoloso viene deviato da Alessandro Dellavalle all'ultimo, rischiando un beffardo autogol. Ora la gara si stappa, ed i rossoverdi ci credono. Un cross dalla sinistra pesca a dovere l'inserimento Martim Fernandes, che vola sopra chiunque, ma Mastrantonio è superlativo nell'andare giù respingendo la botta a colpo sicuro. Il tempo passa, le fasi della gara si alternano, fino ad arrivare all'ultimo, decisivo quarto d'ora. Si dice che l'attesa del piacere sia essa stessa il piacere, ma qui è tutto il contrario. Lo scorrere dei minuti non fa altro che alzare l'ansia dei presenti in campo, di tutti i tifosi incollati alla televisione, aspettando solo l'arrivo dei minuti di recupero, che pregustavano già il raddoppio con Vignato che spara addosso a Ribeiro. Prima la lavagnetta luminosa si alza, cinque giri d'orologio, sembrano troppi, anche se i nostri ragazzi li gestiscono alla grande. Le ultime palle, gli ultimi sacrifici, la lotta finale, il brivido devastante sul gong e poi la gioia totale. Il triplice fischio libera la tensione di questi 90', trasformatasi in estasi generale sul terreno da gioco. Le lacrime di Missori e compagni sono la dimostrazione del viaggio di questi ragazzi, arrivati fin qui, diventando ufficialmente Campioni! Sembra un déjà vu, lungo due anni, quando eravamo a Wembley, ma le emozioni sono le stesse, perchè un tricolore sventola ancora sul tetto d'Europa.