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La Lazio che verrà. Rosa lunga e carattere, così Alboni vuole chiudere l'opera

Grandi attese sulla stagione dei biancocelesti, chiamati al proscenio per confermare quanto di buono fatto in preparazione, ma soprattutto nell'annata precedente

06 Settembre 2023

La Lazio, gruppo dei 2007

La Lazio (Foto © Cassoni)

Il vento del cambiamento dalle parti di Formello non ha soffiato forte solo in Primavera, ma si è diffuso a macchia d’olio su gran parte del vivaio biancoceleste, grazie anche alle mosse della nuova dirigenza. Lo ha fatto, lo fa tutt’ora, e i biancocelesti sperano lo continuerà a fare, nonostante i presupposti ci siano tutti. Se si guarda pond for pound alla stagione passata in casa Lazio, senza dubbio l’occhio cade subito sullo straordinario rendimento dei classe 2007, cresciuti a dismisura sotto la sapiente guida di mister Marco Alboni, raggiungendo vette mai toccate in precedenza. Da sempre caratterizzato da qualche limite sul piano mentale, questo gruppo è stato completamente rivitalizzato dalla cura del suo nuovo allenatore, che, coadiuvato dallo staff, ha cominciato a dare sempre più certezze alle Aquile. Dopo qualche mese d’assestamento, Nebuloso e compagni hanno fatto vedere passi in avanti decisamente convincenti, eliminando il Frosinone agli ottavi Scudetto, uscendo poi con la Fiorentina ai quarti, seppur dominando il doppio confronto con i viola. Un’uscita di scena beffarda, in grado comunque di render consapevole i capitolini sul loro livello, sulla capacità di saper andar oltre i propri limiti, regalandosi delle emozioni indimenticabili. Le basi sono state poste a dovere nella scorso campionato, ma il prossimo potrebbe esser quello della consacrazione definitiva.

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La società in estate non ha badato ad eccessivi ragionamenti, fornendo al tecnico una rosa profondissima, al momento in grado di toccare ben trenta elementi, pescando qua e là in giro per la regione. Il focus è rimasto sull’Elite, con diversi giocatori chiamati a sposare la causa biancoceleste. Gli innesti hanno superato la doppia cifra, mentre le uscite non son state tantissime, ma alcune hanno avuto del clamoroso. Insomma per farla in breve, una mini rivoluzione, senza andare a modificare però le fondamenta così tanto solide poste l’anno passato, in cui avevamo assistito ad un progresso continuo, che neanche oggi pare fermarsi.

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LA MEDIANA È LA BASE

Le indicazioni estive infatti non hanno fatto altro che confermare le ottime impressioni lasciate negli ultimi playoff Tricolore, mostrando sin da subito un’ottima forma. Nonostante sia sempre calcio d’agosto, le Aquile hanno sorpreso tutti nello Scopigno Cup, battendo la Roma Campione D’Italia durante la fase a gironi, eliminando invece l’Inter in semifinale al termine di una grande rimonta. Poi nell’ultimo atto è arrivato il tornado Fluminense a spazzare via tutto, ma non l’animo dei biancocelesti, tornati a primeggiare in quel di Gradisca d’Isonzo, dove si sono aggiudicati il torneo internazionale Nereo Rocco. Il 2-1 calato sull’Udinese in finale, ha dato la carica giusta per iniziare una stagione che si spera possa essere il più esaltante possibile, soprattutto per i diversi protagonisti.

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Escluso a sorpresa Giuseppe De Martino dalla rosa, i biancocelesti hanno consolidato il loro core attorno alle pedine storiche del gruppo, integrando sin da subito i nuovi giocatori sbarcati. La base è sempre il centrocampo, dove capitan Giulio Nebuloso rimane a capo della regia, al momento coadiuvato perfettamente dall’ex Grifone Valerio Battisti, prescelto dal mister come pedina di qualità e quantità. La maglia numero dieci resterà ben stampata sulla schiena di Lorenzo Chiucchiuini, leader tecnico e faro nella manovra, che Alboni fa partire sulla linea degli altri due, lasciandogli però lo spazio di avanzare, svariando liberamente sulla trequarti. Il supporting cast al momento pare rappresentato ovviamente da Francesco Fazio, ma anche dall’ex Urbetevere Mattia Santagostino, il cui impatto nei due tornei di preparazione è stata una delle note più liete per lo staff laziale. Un reparto quindi pieno di talento, aspettando anche la miglior condizione possibile di Francesco Cerenza e Mauro Bardi, arrivati da Vigor Perconti e Savio, ancora nella fase di perfezionamento per raggiungere il livello più alto in vista dell’evolversi del campionato.

 FANTASIA TUTTA DA ESPRIMERE

Di questo elenco dovrebbe far parte anche Simone Curzi, probabilmente l’innesto di maggior rilievo alla Borghesiana, anche se per l’ex Frosinone i piani sono stati cambiati in maniera decisa. Difatti lo staff tecnico lo avrebbe spostato nel ruolo di esterno offensivo, in modo da sfruttare al massimo la sua ottima vena realizzativa, e cercando così di trovare una nuova natura al centrocampista uscito dall’Accademia Calcio Roma. La soluzione sembra essere parecchio interessante, ed il suo gol nella finale del Nereo Rocco lo ha ampiamente dimostrato, per un giocatore di prima categoria, che anche nella Capitale vorrà calare sul piatto tutti gli assi mostrati in terra ciociara. Insieme a lui, l’altra maglia da titolare dovrebbe portare il nome di Lorenzo Miconi, anche se la competizione non manca. In primis quella dell’imprevedibile Tommaso Mocci, pedina utilissima nello scacchiere di Alboni, in grado di scombinare spesso gli assetti difensivi degli avversari. La staffetta però è destinata ad essere più ampia di così, considerando come scalpiti Gabriele Celli. L’altro innesto dal Grifone vorrà ritagliarsi il suo spazio là davanti, ma non sarà il solo. Dopo un anno da sotto età con i 2006, Dario Bongiorno è tornato alla base, e, saltate le ultime gare per un problema al piede, cercherà senza dubbio di tornare ad esser quell’esterno propositivo ed intrigante visto due primavere fa. Se le fasce non hanno ancora definito appieno i loro padroni, forse è ancor più incerto il destino nel ruolo di centravanti. Il nome solito è quello di bomber Giovanni Carbone, anche se le quotazioni di Alessandro Polito stanno largamente crescendo dopo un trofeo Rocco giocato da grande protagonista. Toccherà vedere quindi se Alboni si affiderà maggiormente all’impeto del primo, o alle doti da grande lavoratore del secondo, che nell’ultima stagione ha griffato qualche rete importante. Gli slot però non sono finiti, ma bisogna considerare allo stesso modo Gabriele Fitto, al momento leggermente più indietro rispetto agli altri due, anche se il tempo sarà l’ultimo giudice.

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DIETRO LA COPERTA SI ALLUNGA

Archiviata la zona gol, è tempo di concentrarsi sul pacchetto più migliorato dell’annata precedente. Con grosse probabilità si ripartirà dalla coppia di centrali Diego Francioli e Leonardo Pernaselci, simboli perfetti della crescita generale biancoceleste, chiamati nuovamente a guidare la retroguardia. Al momento difatti, questa coppia sembra la più accreditata, nonostante l’arrivo da Frosinone di Stanislao Caliandro, che magari con il corso del tempo riuscirà ad imporsi nel modo giusto, facendo vedere le ottime cose mostrate in maglia ciociara. Continuerà a ricoprire l’importante ruolo da jolly Damiano Di Bartolomeo invece, uomo ovunque per Alboni, tanto da averlo utilizzato anche nel ruolo di terzino viste le sue caratteristiche. A questo quartetto infine si aggiunge Pietro Muzi, un ex Accademia, che nei prossimi mesi magari riuscirà a colmare quel minimo di gap presente tra nazionali e dilettanti dal punto di vista atletico, recuperando anche da un infortunio che gli ha impedito di esprimersi. Per una difesa che si vorrà rendere blindata, ci sono delle fasce su cui sviluppare il proprio gioco, mantenendo probabilmente l’assetto consolidato. A sinistra sarà dato spazio alle scorribande di Cristiano Trifelli, messosi particolarmente in evidenza durante la preparazione, rimanendo invece più coperti a destra, dove il compito di Leonardo Scuto è quello di fare buona guardia. I due a far parte dell’undici saranno loro quasi al 100%, e se a sinistra ci sono pochi dubbi – con il prodotto della Pro Calcio Tor Sapienza Federico Napolitano pronto ad esser un’ottima alternativa – a destra un minimo di competizione in più sembra esserci. Lo sbarco dal Savio di Alessandro Trabalza è stato sicuramente un’aggiunta di livello nel ruolo di terzino per Alboni, che dovrà valutare nei prossimi mesi anche i ritmi di Simone Di Biagio, cresciuto nell’Urbetevere e ora volonteroso di dire la sua. Il discorso infine si chiude in mezzo ai pali, dove al momento Nicolas Masi è avanti nelle gerarchie. Disputato un grande Scopigno Cup, in cui è stato votato come miglior portiere della competizione, il 2007 dovrebbe essere il numero 1 designato, continuando a battagliare però con Domenico Mazzù e l'ex Tor Tre Teste Francesco Maioli. La profondità della rosa quindi non è in discussione, un lavoro importante fatto dalla società, quasi abbandonante per regalare al suo tecnico alternative di spessore, venute un po’ a mancare nei quarti Scudetto della passata stagione. E siamo sicuri che il mister sarà in grado di valorizzare al massimo tutto questo potenziale forse ancora inespresso, per un gruppo che cerca la consacrazione definitiva, e magari andando il là con le settimane potrà anche cominciare a sognare in grande. La prima tappa è fissara a domenica, quando i biancocelesti avranno il loro debutto ufficiale sul campo del Lecce.

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