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Primavera 1
Le parole del tecnico neroverde al termine della finale vinta dai suoi con un 3-0 ai danni della Roma
31 Maggio 2024
Emiliano Bigica, allenatore Sassuolo (Foto Mirna De Cesaris)
Il Sassuolo ce l'ha fatta. Ribalta il pronostico laureandosi campione d'Italia Primavera per la prima nella sua storia. A pagarne il prezzo è la Roma, battuta per 3-0 con le reti dell'ex Falasca, Cinquegrano e Russo. Degna conclusione di un percorso da ammazzagrandi compiuto dai neroverdi che dopo Inter e Atalanta abbattono anche i ragazzi di Guidi. Un capolavoro di Emiliano Bigica, intervistato da Sportitalia al triplice fischio. Queste le sue parole:
Eri un po' nervoso nel pre-partita?
Avevo la tensione di una finale. Ne avevo giocate altre perdendole. Speravo fosse la volta buona. Dall'altra parte c'era una squadra forte che gioca un gran calcio. Ma sapevo che la maturità raggiunta poteva portarci lontano. I ragazzi hanno fatto quello che dovevano e siamo arrivati a un obiettivo impensabile
La squadra è cresciuta partita dopo partita. Tanti di questi ragazzi sono pronti al salto?
Direi di sì. Sono al secondo anno in Primavera, ma queste sono strategie di società. Intanto, è indescrivibile l'emozione. In un momento triste per il Sassuolo siamo riusciti a dare un sorriso. Abbiamo scritto la storia.
Non poteva essere che a Firenze, questa vittoria è per te speciale?
Qua sono a casa anche se il Viola Park non l'ho vissuto. Firenze è la mia seconda casa quindi ha un sapore particolare vincere qui. Mi sarebbe piaciuto completare l'opera l'anno scorso a Sassuolo, ma va bene così. È una rivalsa
Hai detto he sarebbe stato bello chiudere il ciclo con una vittoria, è un'indicazione sul futuro?
Io sono in scadenza. Nei prossimi giorni parlerò con Il Sassuolo. Sono stato accolto alla grande e abbiamo fatto qualcosa di grande. Ringrazio gli Squinzi, Carnevali e il presidente Rossi con il direttore Palmieri che mi ha scelto dandomi un'opportunità. Ci siamo tolti delle soddisfazioni. Ringrazio lo staff, la mia famiglia, i ragazzi. Un pensiero anche a mio padre e a Mattia Giani, un ragazzo che lavorava con me. Sono molto confuso e felice
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