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L'intervista
02 Ottobre 2024
Fabrizio Pasqua
Il primo fischio e i ricordi più emozionanti
Fabrizio, ci racconti come è nata la tua storia con il fischietto alla bocca?
“Nasco a Nocera, ma ho sempre vissuto a Tivoli. Ho iniziato ad arbitrare per caso. Provenivo dal nuoto, poi un po’ per pigrizia e per provare qualcosa di diverso mi sono avvicinato al calcio. Non pensavo mai di diventare arbitro, sono stato avvicinato da due dei miei amici della sezione di Tivoli”.
Quali sono l’emozioni che ti porti dietro e il ricordo più bello?
“L’inizio carriera è stato in salita. L’incontro con un ex internazionale, che purtroppo oggi non c’è più, Gianfranco Menegali, e Sandro Cavanna mi hanno portato ad aumentare la voglia di arbitrare e grazie a loro ho intrapreso una via più professionale, andando a studiare ogni giocatore nelle varie testate regionali, all’epoca non esistevano video delle partite. Di stagione in stagione ho scalato le categorie, a 23 anni mi sono trovato a fare l’esordio in D fino ad arrivare a 29 in Serie A. Ogni categoria trasmetteva un’emozione diversa. Ho fatto la finale Scudetto della Serie D, finale di ritorno dei play-off di Serie C: momenti che per un arbitro in crescita sono indimenticabili. Ricordo più bello? Fiorentina-Benevento, una gara che sulla carta non diceva nulla ma che dal punto di vista emozionale è stata incredibile, ogni volta che la nomino mi viene la pelle d’oca. Ho diretto la Viola dopo la morte di Astori. Fermare il gioco al 13' ha rappresentato un picco incredibile di emozioni”.
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