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l'intervista
05 Marzo 2025
Simone Montanaro bacia la Champions League
Roma, Fiorentina, Sampdoria, Milan, Siviglia, Napoli, Everton. E Real Madrid. Una carriera da vero fuoriclasse, eppure se riguarda indietro vede il Tor de' Cenci, l'Urbetevere e i primi anni in cui la magia ha iniziato a prendere forma. Com'è possibile, vi starete chiedendo. Domanda lecita e più che condivisibile. Ci aspettavamo un "Ripenso alla prima Champions League vinta". E invece no. Ah, i fuoriclasse... "Il primo pensiero va al Tor de' Cenci e poi all’Urbetevere dove ho iniziato ad allenare i bambini dai 10 ai 14 anni fino ad arrivare alla telefonata di un certo Bruno Conti per affiancare il gruppo dei Giovanissimi. Mi vengono in mente i sacrifici fatti tra lavoro e allenamenti quotidiani a Trigoria con i ragazzi fino alla scelta, per molti “folle”, di dedicarmi esclusivamente a questo sport, accantonando il lavoro grazie anche a persone che mi sono state particolarmente vicine. Ho rischiato, ma consapevole del fatto che avrei messo tutto me stesso per poter diventare un professionista, per trasformare la mia immensa passione per questo sport in un lavoro. Non potevo sapere dove sarei arrivato, ma ero certo di raggiungere il mio massimo possibile".
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