Cerca
l'intervista
05 Marzo 2025
Simone Montanaro bacia la Champions League
Uno sguardo alla realtà italiana
Dal vertice più alto in assoluto, se guardi in basso verso giovani, club dilettantistici e così via... Cosa vedi in Italia?
"In tutta sincerità, non un futuro roseo. Ancora non vedo la volontà dei club di investire veramente nella formazione di allenatori e di conseguenza di giovani calciatori. Tutte le categorie giovanili sono finalizzate alla vittoria e spesso guidate da persone che necessariamente hanno un lavoro principale diverso. Ciò si pone nettamente in contrasto con la formazione. Inoltre, allenare un gruppo di ragazzi per vincere comporta metodologie completamente diverse rispetto ad un allenamento volto al miglioramento individuale e collettivo"
Un esempio di errore che vedi durante gli allenamenti nelle giovanili? "Allenatori di Allievi o Giovanissimi o addirittura di Esordienti, che in un ‘ora di attività dedicano magari 30 minuti alle palle inattive, sottraendo tempo alla tecnica e alla tattica individuale del singolo. Puoi vincere le partite, certo, ma cosa hai insegnato a quel singolo giocatore? Così come vedo esagerato tatticismo già nelle categorie di Esordienti, che hanno nella vittoria l'unico fine quando, piuttosto, si dovrebbero curare le abilità individuali, che siano di tecnica ma anche di tattica. Stiamo crescendo dei piccoli robot e non dei giocatori pensanti, capaci nel campo di risolvere le mille variabili di una situazione di gioco. E non colpevolizzo neanche i giovani allenatori che spesso si ritrovano a dover vincere altrimenti vengono allontanati dal club".
Se dipendesse da te, come interverresti? "In primis abolirei l’ossessione del risultato, cosi come le classifiche nelle categorie giovanili. Investirei creando professionisti veri, con uno stipendio adeguato. Questo per far sì che un istruttore o un allenatore giovanile sia un vero mestiere, e non un lavoro portato avanti nei buchi di tempo del primo. Se è il mio lavoro posso dedicarci tempo e studio, migliorarmi ogni giorno e contribuire alla crescita del movimento. È una questione che mi sta particolarmente a cuore, se non altro perchè ci sono passato io in prima persona".
EDICOLA DIGITALE
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni