Cerca
Italia u19
20 Marzo 2025
Natali con la maglia azzurra (©FIGC)
Andrea Natali ha compiuto 17 anni da neanche due mesi, ma ha fatto più esperienze calcistiche e di vita di tantissimi suoi coetanei. Il Bologna, l'Udinese, il Milan, tre club in Spagna (tra questi, un anno con l'Espanyol e tre con il Barcellona), ora in Germania con la maglia del Bayer Leverkusen. E poi la Nazionale, l'Europeo Under 17 vinto sotto età lo scorso anno e il cammino con l'Under 19 ora due anni sotto età, come il compagno di stanza Francesco Camarda. Quello di Andrea è un mondo pieno di calcio, in cui la famiglia recita ogni giorno un ruolo fondamentale: non solo papà Cesare, che è stato calciatore, ma anche mamma Katya e i quattro fratelli, ora equamente divisi tra Spagna e Germania, dove ogni giorno Andrea fa la spola tra Dusseldorf e Leverkusen. L'aria di casa, però, è sempre buona: "Giocare contro la Lettonia davanti a così tanto pubblico è stato meraviglioso - racconta a figc.it -. Peccato solo non aver potuto regalare la vittoria a tutta questa gente e di aver preso gol da palla inattiva. Ci proveremo sabato e martedì contro Spagna e Francia, anche perché nel gruppo c'è un'aria positiva". Prima gli spagnoli, al 'Ceravolo' di Catanzaro (ore 17, diretta Vivo Azzurro TV) in una partita che può già essere decisiva per le sorti dell'Elite Round. Natali parte avvantaggiato: conosce perfettamente il calcio spagnolo e anche alcuni degli avversari che si troverà di fronte: "Con Quim Junyent e Andres Cuenca ho giocato insieme nel Barcellona. Abbiamo incontrato tante volte la Spagna a livello di Nazionali giovanili: è una squadra che tiene la palla, fa il suo gioco, ma noi faremo di tutto per vincere. L'esperienza in Spagna è stata totale: cambi città, amici, lingua, scuola, devi relazionarti con un mondo nuovo. Ma fortunatamente ho la fortuna di ambientarmi velocemente, sia in campo che fuori. Espanyol e Barcellona hanno due sistemi diversi: il primo anno mi è servito per entrare nell'idea spagnola, a Barcellona ho capito la loro grandezza e quanto tengano a quell'idea che li ha resi grandi".
L'ESPERIENZA BLAUGRANA
Dovendo scegliere un aspetto per cui il blaugrana è colore predominante, Natali non ha dubbi: "Fa specie vedere che da quando sei piccolino fino alla prima squadra c'è lo stesso stile di gioco. Esempio: un 'pivote' dell'Under 10 ha lo stesso modo di giocare di un Under 23, quindi ci si trova a proprio agio nel proporre e ricreare quel tipo di gioco senza pressione. Ce l'hanno dentro, codificato, ed è impressionante". La Spagna si sarebbe potuta presentare con Lamine Yamal e Cubarsì in Calabria, ma anche loro come Natali hanno bruciato le tappe: "Mi capita spesso di giocare sotto età: all'inizio osservi quello che hai intorno, poi entri nel gruppo ed è facile farne parte. Yamal e Cubarsì? Sono incredibili: le stesse cose che fa in partita, Yamal le faceva già in allenamento due anni fa".
LA NUOVA VITA IN GERMANIA
Andrea conosce italiano, inglese, spagnolo e ora si sta cimentando col tedesco. "Non è sicuramente una lingua semplice rispetto a italiano e spagnolo, ma le lingue mi piacciono". La giornata, a Leverkusen, inizia presto: "La prima cosa è il check-in: come in Nazionale compilo un questionario sulla qualità del sonno, sulla condizione fisica, per essere monitorato. Faccio queste cose prima dei compagni, perché dalle 9 alle 9.45 studio tedesco, con un libro di testo e un professore a seguirmi". Non in una classe, ma in uno degli skybox di una delle curve della BayArena: roba da non credere. "Quelle che durante le partite diventano aree ospitalità sono la mia classe". Poi, a seguire, lavoro individuale, attivazione, stretching, e finalmente in campo per l'allenamento, sempre più spesso con la prima squadra. E infine, dopo il pranzo al centro sportivo, si torna a casa: "Viviamo a Dusseldorf, a una mezzora da Leverkusen". Parla al plurale, perché i genitori e i due fratelli Sofia e Angelo lo hanno seguito in Germania. Ancora niente patente, ma non è come in Italia: "Lì a 17 anni si può prendere, ma non lo sapevo. Sto studiando però, anche se fino a 18 anni non si può guidare da soli, a meno che non si prenda un permesso per motivi giustificati e per percorsi tipo casa-scuola o casa-campo di allenamento". Nel pomeriggio, c'è tempo anche per una scuola online in inglese, che però non ha un orario fisso, ma permette ai giovani di gestirsi i propri tempi e i propri impegni. E poi si cena presto, nonostante le abitudini italiane: "In Spagna capitava che mi allenassi fino alle 21 e si mangiasse alle 22. Qui, dopo l'allenamento di mio fratello che gioca in una squadra vicino Dusseldorf, massimo alle 20 si sta a tavola L'importanza della mia famiglia è immensa". Papà Cesare, in questo senso, è una guida, e non solo per la carriera: "Mi ha sempre aiutato, dandomi consigli, un abbraccio o un 'sveglia'. Adesso che sto crescendo mi sto rendendo conto di quanto mi possa dare: lui e mamma sono i miei idoli. Quello che dice lei è legge". Genitori a Dusseldorf, nonni divisi tra Milano (materni) e Bergamo (paterni). "Quando abbiamo qualche raduno in zona cerchiamo di stare insieme, altrimenti le festività. Natale lo abbiamo fatto a Dusseldorf: dopo anni con 20 gradi a Barcellona, un Natale con la neve, i mercatini, un'altra atmosfera". Poi i contatti con l'Italia sono anche con i compagni di squadra: "Con Camarda abbiamo fatto tantissime cose assieme, partendo dal Milan e arrivando in Nazionale". In Under 19, in questo caso, due anni prima di tutti gli altri.
EDICOLA DIGITALE
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni