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Guillaume Bianchi e la prossima Olimpiade "Voglio giocarmela da favorito"

L'intervista integrale al fiorettista azzurro pubblicata nell'edizione di lunedì 26 maggio

27 Maggio 2025

Guillaume Bianchi e la prossima Olimpiade "Voglio giocarmela da favorito"

Guillaume Bianchi, fiorettista azzurro (Foto ©Alessandro Vona)

Il destino, i viaggi e Los Angeles nel mirino

Romano, classe 1997, Guillaume Bianchi è di madre francese. Un incrocio col destino a cui non ha potuto, anche in questo caso, fuggire, ma che poi nel corso della sua storia personale lo ha portato sotto la Torre Eiffel più di una volta, in particolare sotto la bandiera a cinque cerchi, quando con la squadra azzurra ha conquistato un grandissimo secondo posto cedendo solamente al Giappone (45-36). L'argento del Grand Palais è, assieme al primo posto nei mondiali in Egitto, sempre a squadre, il punto più alto fin qui del suo percorso. E di strada, tra pedane allenamenti ed un amore per il viaggiare, Guillaume ne ha percorsa davvero tanta e non ha nessuna intenzione di smettere.

Se ti dico Olimpiade cosa ti viene in mente? "Bellissimo. Non tanto partecipare ma quanto la strada che ho dovuto fare per arrivarci. L'Olimpiade è l'obiettivo di una vita e riuscire ad entrare nel gruppo che farà poi parte della spedizione è difficilissimo visto il livello che abbiamo in Italia. C'è una bella lotta interna perché fai parte di un gruppo di autentici campioni che possono provare a vincere. Io mi sono qualificato nell'ultima gara, pochi mesi prima ero fuori. Sono veramente contento della scalata che ho fatto, lo desideravo tanto anche perché sono italo-francese e mi sono sposato a Parigi, città con cui ho quindi un grande legame. Sono contento di esserci stato e di come me la sono giocata. Potevo ambire anche ad una medaglia individuale".

Medaglia che invece è arrivata a squadre, ma esiste una strategia comune in questo tipo di gara? "La scherma nasce come uno sport individuale, poi è stata inserita anche la competizione a squadre che è veramente bella, perché è una staffetta tra compagni. Alla fine, però, sulla pedana sei sempre uno contro uno ed è quindi completamente diverso da ogni tipo di sport di squadra. In comune con gli altri abbiamo quindi solamente la somma dei punti ma nel giorno della gara sappiamo che possiamo contare l'uno sull'altro. Devi credere nella forza del tuo compagno di squadra ma allo stesso tempo contare su te stesso. E' davvero difficile da spiegare come si sviluppi una sfida del genere".

E nell'uno contro uno chi è finora la tua bestia nera? "Alexander Massialas, statunitense. Davvero un supercampione che non sono mai riuscito a battere".

Ami viaggiare, come riesci a far combaciare questa passione con i tuoi impegni? "In realtà è anche grazie alla scherma che è nato questo amore. Viaggiando per sport ho avuto la possibilità di confrontarmi con culture e paesi tra i più diversi, ma quando poi viaggi per le gare il tempo per poterti immergere in determinati contesti è davvero pochissimo. Quindi prendi quel che viene e poi ti riprometti di tornarci un giorno con più libertà. Quando sei in giro per il mondo poi durante una gara c'è ovviamente anche l'allenamento e l'ansia delle sfide che dovrai affrontare che magari non ti fanno godere al meglio il posto in cui ti trovi. Quando poi ritorno a casa una delle prime cose che faccio è pianificare una vacanza vera e propria e vivere al 100% un posto che andrò a visitare".

Tra questi pensiamo potrebbero esserci gli Stati Uniti... "Sì, Los Angeles. Sarà un percorso lungo fino alla prossima Olimpiade ma sto lavorando per cercare di arrivare a quell'appuntamento come il numero 1 al mondo ed essere il favorito per la medaglia. L'altro obiettivo è poi costruire una bella famiglia".

Col tempo, senza pensare al destino che ormai Guillaume Bianchi ha già modellato. Tre anni lo separano dal suo nuovo ingresso su una pedana olimpica, pronto per far vedere al mondo che quando il fato gli ha messo in mano un fioretto, non è stato frutto del caso...

FOTO ©Alessandro Vona

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