L'evento

Sports Doctors Network: allo stadio Olimpico la 1ª edizione del summit

Questa mattina è andato in scena la conferenza su sport e salute con ospiti internazionali

Per la prima volta in Italia, questa mattina lo Stadio Olimpico ha ospitato il summit "This is how we do it", organizzato dallo Sports Doctors Network con l'obiettivo di trasformare la passione dei tifosi per il calcio in un impegno collettivo verso uno stile di vira più sano. Dopo l'introduzione del presidente, nonché medico del Real Madrid, Niko Mihic, hanno preso parola anche il presidente della FIGC Gabriele Gravina, e l'assessore Alessandro Onorato che hanno rimarcato il legame indissolubile tra la medicina e lo sport. Lo stesso dottor Mihic, ha poi illustrato la sua metodologia di lavoro con i calciatori, sottolineando come ogni individuo abbia bisogno di sollecitazioni differenti, sia a livello di allenamento che di alimentazione. Interessanti agli gli interventi di Veronica Petrucci, dottoressa dell'AS Roma, e dell'ex tennista croata Iva Majoli, vincitrice del Roland Garros nel 1997. Entrambe hanno parlato delle problematiche che devono affrontare le atlete donne, specialmente a livello psicologico nel gestire anche una cosa naturale come la maternità.

A margine della conferenza, il presidente di Gesis Italia, Daniele Laureti ha ribadito l'importanza dei temi trattati: "Sport e medicina sono complementari e molto legati tra loro, l'etica della medicina sportiva si basa sul principio di non nuocere, quindi prima di tutto non creare problemi all'atleta. La stessa cosa è per chi opera nello sport, pensiamo agli istruttori, i tecnici, devono avere delle competenze, quindi devono essere formati proprio per allenare l'atleta evitando sovraccarichi. La stessa cosa vale anche per l'operatore sportivo come per il medico, questo connubio fa sì che diventi un'interconnessione tra sport e salute. L'impiantistica oggigiorno diventa sempre più centrale perché adesso gli impianti sportivi vengono concepiti come delle micro comunità, perché oltre agli atleti vengono vissuti quotidianamente dalle famiglie. Bisogna realizzare strutture capaci di attuare terapie, basta pensare a quelle che hanno piscine in acciaio costruite proprio per fare fisioterapia in acqua o comunque la telemedicina che ha portato innovazione negli impianti sportivi dove hanno luoghi abilitati alla cura, alla terapia e alla prevenzione degli infortuni. Un impianto sportivo deve avere tutto perché è fondamentale che i nostri giovani, sin da ragazzi, acquisiscano la cultura della propria salute, del proprio equilibrio psicofisico. Dobbiamo fargli capire che prendersi cura del proprio corpo può anche migliorare e velocizzare la loro crescita sportiva, ma in generale credo sia un principio da portare avanti a livello sociale".

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