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l'analisi

Ascesa e declino: la stagione a due facce del Frosinone

Dal primato da sogno nel girone d'andata, all'esclusione finale dai play off: l'analisi del particolare campionato dei ciociari di Coppitelli

09 Maggio 2016

Il Frosinone in campo a Trigoria contro la Roma lo scorso dicembre ©Mirna De Cesaris

Il Frosinone in campo a Trigoria contro la Roma lo scorso dicembre ©Mirna De Cesaris

È stato come un sogno. Uno di quelli dai quali ti risvegli all'improvviso. Non è la più bella delle sensazioni se ci pensate bene: ogni cosa è fantastica, poi suona la sveglia e in poco tempo tutto torna alla normalità. Al Frosinone è successa la stessa cosa: la ribalta, lo stupore, il sogno, poi la sveglia improvvisa, che qualcuno ha deciso di impostare alle ore 14.30 del 19 dicembre 2015.
Il Frosinone in campo a Trigoria contro la Roma lo scorso dicembre ©Mirna De Cesaris

Ascesa. L'acquisto vero il Frosinone lo fa in panchina e non in campo (scegliendo di operare un efficentissimo mercato al risparmio): a luglio 2015 il nuovo tecnico dei gialloblu è Federico Coppitelli. 31enne, enfant prodige degli allenatori e che arriva in Ciociaria col quarto scudetto in tasca, vinto con gli Allievi della Roma, così recente che è ancora bagnato di spumante. L'adrenalina del tricolore il tecnico la trasferisce tutta nella sua nuova avventura e la trasmette al suo nuovo gruppo, formato da qualche ex Roma, dei giocatori in cerca di riscatto e un paio di '98 interessanti. Tutti pensano: “Bel rischio s'è preso Coppitelli”. Le voci però restano fuori: dentro lo spogliatoio si respira già un'aria nuova. Al poker all'esordio contro il Lanciano viene dato il giusto peso, soprattutto perché la settimana dopo arriva la sconfitta (amara e di misura) contro l'Empoli. Il Frosinone però c'è: ne fa 4 all'Avellino, cade nel derby con il Latina, ma nessuno poteva sapere che l'autunno magico dei ciociari stava solamente cominciando. Tutto ha inizio in quella settimana di metà ottobre: il ruggito contro il Palermo e poi la fantastica vittoria in rimonta in casa della Lazio, la più bella dell'intera stagione ciociara e che regala le luci della ribalta a Volpe, un vero e proprio carrarmato che lì davanti, tra spallate e reti gonfiate, diventa l'uomo in più dei ciociari. Il Frosinone trascinato dall'entusiasmo e da una sana incoscienza non riesce più a fermarsi: Pescara, Crotone, Napoli, Ternana, Bari. Vittorie su vittorie che portano addirittura al primo posto la squadra dei "miracoli". Poi l'ultima d'andata, la partita più attesa, quella dell'ex, quella che potrebbe regalare la definitiva consacrazione: a Trigoria c'è Roma – Frosinone. È il 19 dicembre 2015.

Federico Coppitelli, tecnico del Frosinone ©Mirna De Cesaris

Declino. Dopo triplice fischio al Di Bartolomei, sono tutti baci e abbracci. E il Frosinone? Ce l'ha fatta? No, a Coppitelli va tutto storto. Ranelli si infortuna dopo cinque minuti, Preti si fa male seriamente alla spalla e, ancor più importante, la Roma mette semplicemente in mostra la sua superiorità. I ciociari perdono la testa e le feste natalizie non aiutano. Quel Lanciano strapazzato all'andata ne fa tre al Frosinone dei miracoli, le vittorie contro Avellino e Latina aiutano solo la classifica, ma i gialloblu, tra sfortuna, mancanza di lucidità e un'infermeria sempre più piena, non sono più gli stessi. La squadra che aveva espugnato Formello sembra ormai una sua lontana parente e neanche Coppitelli riesce a ridare nuovo gas al gruppo. Palermo, Lazio, Pescara: neanche un punto. Dalle speranze di primo posto, i ciociari vedono diminuire lentamente anche le percentuali d'accesso ai play off. Inizia un conto alla rovescia che diventa un vortice. Il 3-0 a tavolino a favore contro il Crotone sembra una mano divina che effettivamente fa restare i ciociari attaccati al terzo posto. Tanta grazia ricevuta però non viene sfruttata: il successo con la Ternana è intervallato dalle debacle contro Napoli e Bari, le due grandi delusioni del girone che da giocarsi non avevano più nulla, se non l'onore. Se è vero che la sfortuna e gli infortuni hanno fatto la loro, è altrettanto vero che la fortuna aiuta gli audaci. La sconfitta contro i pugliesi di dieci giorni fa è stato l'emblema di uno sbiadito girone di ritorno che ha condannato giustamente il Frosinone fuori dai play off: non basta mezzo campionato da applausi per giocarsi uno scudetto. Il calcio sa essere severo e gentile. Ti illude, ma ti permette di sognare: il Frosinone l'ha fatto, ci ha sperato e un po' ci ha creduto. Poi ecco le vertigini lassù in vetta, la rosa corta e la bacchetta magica di Coppitelli che non ha più risposto ai comandi.


E adesso? Riposo? Non proprio... La prima squadra ieri è tornata in Serie B aprendo un discorso di panchine nel quale potrebbe rientrare anche l'ex allenatore romanista. “Non so se resterò qui” ha detto Stellone. In attesa di novità, Coppitelli potrà comunque tornare a sognare di nuovo, che sia prima squadra o che sia ancora Primavera... con la sveglia disattivata e a distanza di sicurezza.

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