l'intervista
Lazio, la "prima" di Bonatti: "Lazio, aspetto una crescita"
Il nuovo allenatore biancoceleste si è presentato ai microfoni della radio ufficiale del club Lazio Style Radio
Ai microfoni della radio ufficiale del club biancoceleste è intervenuto il nuovo allenatore della Lazio Primavera Andrea Bonatti. Questo il testo dell'intervento tratto dal sito ufficiale della Lazio (clicca qui per il testo originale)
"Il metodo migliore è quello di utilizzare la palla con esercitazioni che abbiano degli obiettivi che poi sono quelli reali che si hanno durante la partita. Abbiamo scelto di iniziare con il sistema di gioco 4-3-3, mi piace molto perché mi permette di gestire meglio il possesso basso. Questo è l'orientamento iniziale, dispongo giocatori che ben si adattano a questa struttura in campo. Inizieremo così ma credo che sarà mantenuto anche durante tutto l'arco della stagione. Non è una scelta derivata dal fatto che sono un integralista, nella maniera più assoluta, anche nel recente passato ho dimostrato di sapermi adattare con materiale differente a disposizione seppur in contesti e realtà differenti da una Primavera. Questa è una scelta strategica dettata dai giocatori a disposizione ma anche dall'idea di calcio che si vuole proporre. L'idea di calcio che fa dell'organizzazione, soprattutto in fase di possesso palla, una degli elementi cardine".
Tra i professionisti e la Primavera cambiano due aspetti: avere a che fare con i ragazzi giovani ma forse di un paio d'anni più giovani di alcuni che ho già avuto nelle mie esperienze, c'è bisogno di facilitazioni comunicative che garantiscano un processo di apprendimento migliore, l'auto dispone di basi di gioco come concetti superiore per cui assimila in modo più diretto alcune cose. La modalità con cui esponi i concetti ai ragazzi più giovani deve presupporre delle facilitazioni per dargli più sicurezza. E in generale, quindi extra calcio, la modalità di comunicazione con cui porti avanti tutto il processo che ha uno sfondo educativo, devono crescere anche a livello di personalità, carattere e autostima, oltre che di sicurezza calcistica. Le due cose non sono scisse ma vanno di pari passo. Queste sono le uniche due differenze, per il resto l'essere umano ha lo stesso meccanismo di apprendimento che si sviluppa attraverso situazioni di gioco.
Ognuno di noi si porta dietro delle storie e nel ruolo di allenatore, va di pari passo a quello di conduttore di un gruppo, per poter valorizzare appieno un potenziale deve avere la capacità di conoscere il più possibile la storia, soprattutto quella emotiva, di un essere umano. Ho parlato singolarmente con tanti ragazzi ed ognuno ha il suo percorso, il proprio modo di vivere il percorso ed io spero di avere gli strumenti adatti, sicuramente ho a disposizione la sensibilità per osservare questi elementi, spero di riuscire ad ottenere il risultato di valorizzare il più possibile ciò che appartiene a questi ragazzi.
Dai fuori quota mi aspetto semplicemente che facciano parte di un gruppo e che esprimano le loro potenzialità. La cosa più sbagliata che gli si possa chiedere è quello di fare la differenza. Se si calano nel contesto all'interno di un gioco collettivo sono convinto che riusciranno ad esprimere le loro grandi potenzialità. Per questo motivo sono stati riconfermati e fanno parte di questo gruppo. Ma se li sovraccarichiamo di responsabilità credo che sia controproducente.
Nessun giocatore al mondo vince le partite da solo quindi non posso pensare che Rossi mi faccia vincere le partite da solo, Alessandro può fare 20 gol se si cala nel contesto di un gioco collettivo e si libera da responsabilità eccessive, lui fa parte di un organico, sicuramente ha enormi potenzialità da esprimere in futuro anche a livelli superiori, ma se pensa di poter, grazie a queste sue qualità, risolvere le partite da solo non credo che sia lo strumento giusto per farlo crescere. La stessa cosa vale per Ennali che sono i due di cui dispongo ora, poi aspetteremo Dovidio e vediamo.
Per me l'età anagrafica è abbastanza relativa, ciò che conta è l'età "esperienziale" nel senso che avendo più anni hanno maturato sicuramente più esperienza ma non c'è necessariamente una differenziazione di età, c'è una differenza di espressione sul campo. Per cui non è che dai 98 mi aspetto di più rispetto ai 99 o 2000, mi aspetto da tutti un processo di crescita proporzionato alle loro potenzialità, questo è un compito che mi assumo con piacere e vediamo se riuscirò in questo intento. Vedo i 99 che si applicano con grande attenzione, la stessa cosa vale per i 98. Stanno facendo un lavoro molto elevato dal punto di vista della concentrazione e vedo anche le risposte sul campo che mi rendono ottimista per il futuro. Mi piacerebbe giocare subito il campionato perché mi piace la sfida ma è anche vero che fino al 10 settembre abbiamo la possibilità di cementare questi processi di apprendimento per poter esprimere al meglio il calcio che ho in testa. C'è bisogno di tempo, soprattutto con i ragazzi che hanno bisogno di facilitazioni in questo processo.
Mi piace fare amichevoli che siano caratterizzate da connotazioni agonistiche elevate, non mi piacciono le partite che finiscono in goleade o in cui solo la mia squadra ha la palla, mi piace una contrapposizione reale. Affronteremo match di questo tipo che ci daranno anche dei riferimenti sulle cose da migliorare, sicuramente la fase difensiva è stata toccata pochissimo per cui è una cosa che dobbiamo registrare ma adesso preferisco dare un'impronta sull'espressione del nostro gioco. La nuova composizione dei gironi mi piace, facciamo parte di un campionato nazionale e quindi è corretto confrontarsi a livello nazionale, sono contento perché il nostro compito è quello di garantire una crescita esponenziale a questi ragazzi, è chiaro che per averla c'è bisogno di un confronto con realtà che possano essere di spessore elevato. Se pensiamo che l'obiettivo debba essere raggiungere i primi posti e questo deve essere facilitato dalla presenza nel nostro girone di squadre di bassi contenuti, se fondo me viene ridotto l'obiettivo che invece ci prefiggiamo che è quello di far crescere questi ragazzi e per farlo c'è bisogno di stimoli forti che solo squadre di spessore elevato ti possono dare. Mi dispiace che mancherà il derby, quando vieni da un contesto differente non ha bene la percezione di quanto possa valere ma parlando in questa settimana di ritiro anche con i collaboratori mi raccontavano aneddoti riguardanti anche gli stati emozionali che questa partita porta con se e percependone l'importanza mi dispiace. Mi pace pensare che possa essere solo una cosa rimandata a fine stagione".