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il focus
12 Febbraio 2018
Lazio, lavori in corso ©De Cesaris
Difficile giustificare note positive dopo un weekend che ti ha visto sprofondare all'ultimo posto in classifica, toccando ancor più da vicino l'incubo retrocessione. Difficile. Come il percorso che dovrà affrontare Valter Bonacina da qui a fine stagione. C'è tanto da fare e di tempo ce n'è poco. Maniche da rimboccare allo sfinimento, nuove idee e nuove motivazioni da prendere e inculcare nella testa dei giocatori. Il nuovo tecnico ha accettato la sfida e un pesante testimone da Bonatti, consapevole di immergersi in una situazione quasi compromessa, ma con la convinzione di poter uscire dalle sabbie mobili, con la voglia di compiere quello che sarebbe a tutti gli effetti un mezzo miracolo. Partiamo da sabato, dall'anno zero di Bonacina e, speriamo, anche della Lazio. L'ex tecnico è arrivato ritrovandosi dopo 90 minuti sul fondo della classifica scavalcato dalla Sampdoria. Destino perfido e infame. Sì perché, se escludiamo i numeri e analizziamo esclusivamente il match di Formello contro la Fiorentina, tutta questa differenza in classifica, alla fine non si è notata. Per lo meno dal punto di vista mentale e dell'atteggiamento. I viola hanno vinto, come da pronostico, grazie a due lampi, due perle di Gori e Sottil che sono bastate ed avanzate ad una Fiorentina non brillante, ma cinica e che è riuscita ad imporsi al piccolo trotto. La differenza è stata tutta lì, sulla forza del singolo, fattore sul quale la Lazio effettivamente può difficilmente contare. Escluso dal discorso il solito Alessio Miceli che con un gioiello nel secondo tempo, su punizione, ha ridato linfa ai biancocelesti, che fino al triplice fischio hanno messo a tratti anche alle strette gli avversari. Più che buona la prestazione dello strapagato Pedro Neto, opaca quella del "caro e vecchio" Rozzi, positiva però in generale però quella corale grazie al nuovo 3-4-2-1 disegnato da Bonacina che ha dato risposte immediate. Adesso bisognerà ripartire dal secondo tempo del Fersini, perché servono fatti, punti e c'è quel terreno perso da riconquistare. Il doppio turno che attenderà la Lazio è un'occasione da prendere al volo: prima il Napoli, poi il Bologna, a tutti gli effetti due finali, due scontri salvezza, prima della tripla infernale che recita Milan-Juve-Atalanta. Dire che il prossimo mese sarà decisivo è un eufemismo e Bonacina lo sa: c'è tanto da fare e di tempo ce n'è poco.
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