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La Roma e il tabù trasferta: dopo il 26 gennaio il buio

I giallorossi viaggiano praticamente alla perfezione al Tre Fontane, il problema resta dare continuità lontano da casa...

02 Maggio 2019

Roma, tabù trasferta (FOTO Conti)

Roma, tabù trasferta (FOTO Conti)

Roma, tabù trasferta (FOTO Conti)Quando esco di casa mia annoio cantava Caparezza in uno dei suoi pezzi più celebri. La Roma, traslando la citazione al caso dei ragazzi di De Rossi, più che annoiarsi sembra proprio non farcela, quando non è nella Capitale. Ok, ieri a Firenze è stata una gara beffarda: un primo tempo iniziato alla grande, un uno-due pazzesco di Cangiano e una gara complicatasi per la generosa doppia ammonizione inflitta a capitan Cargnelutti. Ma resta, ad esempio, che anche ieri in meno di dieci minuti si è passati dal sicuro 0-2 con cui andare all'intervallo, ricaricare testa e gambe per fargliene un altro nella ripresa, al lampante 2-2 firmato Vlahovic. Marcature distratte, ritmi compassati e morale improvvisamente ribassato. E' successo questo anche ieri, come in tante altre uscite lontano da casa. Poi, appunto, almeno ieri, il secondo tempo ha detto che la Roma ha giocato una gran partita, che meritava assolutamente di portare a casa con l'intera posta in palio sotto braccio, verso il Cagliari e la corsa all'Inter. E invece no. Ma, aldilà di ieri, ad Empoli, così come a Palermo o a Verona con il Chievo, i giallorossi avevano già dato ampia dimostrazione di essere strani: proprio nel tono e nell'accezione di verdoniana memoria. Una stranezza puntualmente sostanziatasi in lentezza, con gli avversari a prendere campo e i giallorossi a rintanarsi nel proprio tunnel, fallendo occasioni d'oro come il rigore in Sicilia al fotofinish. Oltre alle gare già citate, da menzionare anche il ko con l'Inter, che può starci e fare storia a sé. Troppi alti e bassi, lo abbiamo sempre ripetuto, per ciò che ha riguardato e sta riguardando questa stagione. Sofferenze ed insicurezze troppo spesso incalzate alle tante gioie che, appunto, si sono succedute soprattutto al Tre Fontane. Vedasi le splendide goleade con Napoli, Milan, Genoa e Toro. Ecco, non ci si riesce quindi proprio a spiegare i perché di tanta distanza con le prestazioni in terra straniera. Insomma, la Roma deve approcciare a queste ultime tre sfide di regular-season con ciò che De Rossi e Trasciani hanno ribadito in coro ieri nel post gara: consapevolezza dei propri mezzi, della propria forza mentale oltre che tecnica e fisica. Sono armi presenti e ben visibili in casa giallorossa, ma occorre sfoderarle anche in trasferta. Altrimenti diventa tutto più complicato. Ora, domenica arriva il Cagliari, da non sottovalutare. Poi ancora toccherà andare a Genova prima di ricevere la Juve. Infine, l'Udinese in Friuli. Testa, cuore, corpo e gambe: solo così a fine stagione, per esserci fino in fondo per lo Scudetto, la Roma potrà gridare finalmente: "Sono fuori dal tunnel" (sempre di caparezziana memoria) ma non del divertimento, bensì del tabù da trasferta. 

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