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God save Marsella. Frosinone-Inter, sogno diventato realtà

A 19 anni la prima esperienza in panchina nella squadra del suo paese, Alvito. Poi il "Giro della Ciociaria", fino al magico pomeriggio di sabato che l'ha consegnato, per l'ennesima volta, ai libri di storia giallazzurri

18 Novembre 2019

God save Marsella. Frosinone-Inter, sogno diventato realtà

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"Marsella Revolution" capitolo ottavo.  La storia si scrive proprio così: una pagina bianca concatenata all'altra riempite di progetti, speranze e sogni. Alvito, borgo della Ciociaria rinomato per il castello, per un ragazzotto di 19 anni rappresenta l'inizio dell'avventura. Sulla carta d'identità si legge alla voce "nome" Luigi, al "cognome" Marsella, ma tra i segni particolari il funzionario del comune dimentica di inserire "Allenatore". Titolo meritato in un quarto di secolo di carriera con una parabola in costante ascesa dal suo "paesello" di provincia al palcoscenico nazionale. Sabato con l' "Armata Primavera Giallazzurra" ha aggiunto all'almanacco personale un'altra giornata epica che parte e viene costruita, di pilastro in pilastro, da lontano. Da un bambino che al padre un giorno ha detto queste parole: "Papà, io da grande farò l'allenatore per regalare emozioni ai ragazzi e trasmettergli la bellezza di questo sport. Non so se vincerò tanto o poco, ma l'importante sarà lasciare alle mie squadre bellissimi ricordi e valori". Riallacciamo il nastro e stringiamo le cinture: inizia il viaggio alla scoperta della "Galassia Marsella". 


1994, l'anno zero. Giocatore-allenatore, all-in sul "Football Factor"

Eravamo tutti ancora inebriati dalle "Notti Magiche" di Italia '90 . Quattro anni dopo ci sentivamo tutti un po' buddhisti, in quell'estate del '94: Roberto Baggio fece scendere una Nazione intera dall'aereo prenotato per tornare a casa, la tirò giù con la doppietta alla Bulgaria per condurla fino all'atto conclusivo di Pasadena, chiuso col dolore per il rigore alle stelle. Però il cammino resta indimenticabile. Estasiato da quelle imprese eroiche il giovane Marsella si propone in cabina di comando dell'Alvito. La squadra del suo "Barrio", la passione infinita per lo sport gli presentano la suggestiva opportunità di sentirsi come un allenatore del Sudamerica, dove le squadre sono squadre di quartiere e ogni eccellenza del posto si spende per la realizzazione di traguardi all'apparenza inimmaginabili. Nel frattempo gioca ancora in Serie D ed Eccellenza, ma l'attitudine da "area tecnica" predomina sull'altra. Punto Vivo Broccostella, Punto Juve, il Sora Calcio degli anni d'oro in Serie C1; Cominense, Ceccano e il salto nei Nazionali a Pescara esperienza che gli permette di crescere talenti diventati professionisti affermati come Babacar, Verratti, Capuano, Ciani, Corsi, Inglese. Arriva al Frosinone sulla scia di stagioni memorabili a Ferentino - Juniores Nazionali e Serie D con salvezza conquistata - Cassino e Isola Liri. All'ottava stagione nella cantera dei leoni - Scudetto e Supercoppa Italiana nel palmarès oltre alla lunghissima lista di playoff centrati - insieme ai ragazzi si è regalato il primo ottavo di finale di Coppa Italia della storia frusinate: Inter-Frosinone, il 16 dicembre. Un'altra tappa incredibile di un allenatore che, per stile e tipologia di calcio, ricorda Jurgen Klopp. Nell'epoca della tuta al potere di Maurizio Sarri e del berretto reds del tecnico del Liverpool, Frosinone ammira un professionista dello sport "Made in Ciociaria". 




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