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FOCUS
21 Gennaio 2020
Marsella dà indicazione durante un allenamento ©FrosinoneCalcio
1-0 Vitalucci, tutti si abbracciano a testuggine ed esultano. 2-0 Obleac, la scena si ripete e Luigi Marsella è sommerso dai ragazzi: l'Armata che porta il suo marchio infuocato ha affondato un altro avversario, l'ennesimo: il Trapani. "Adoro i piani ben riusciti diceva Annibal Smith al termine delle puntate della serie "A-Team". E di scommesse vinte finora, nonostante tutte le variabili e l'imponderabilità del calcio, i ciociari possono vantarne un'ottima collana. Questo sport, fortunatamente, a volte sa anche essere lineare e logico. E il Frosinone - a detta anche di allenatori di squadre rivali - è tra le migliori del campionato e i risultati ne sono il riscontro più lampante: Ascoli (capolista), Lecce, Inter, Trapani un tourbillon di vittorie ed emozioni. Perché se è vero che "Gli spettatori cercano emozioni e non puoi proporgli gli scacchi sul campo, altrimenti cambiano stadio" dal vangelo secondo Jurgen Klopp, profeta di un calcio hard rock, allora alla Città dello Sport siamo nel posto giusto. Nell'epoca della tuta al potere, dell'Europa nelle mani di Sarri (Chelsea) e Klopp (Liverpool) anche il "tutista" Marsella e la sua "Ciociaria Internazionale" sono un inno al lavoro. Sabato contro il Trapani le firme d'autore sono state di Hide Vitalucci - italo-giapponese - e Raul Obleac - moldavo - talenti scovati dal Nagoya Grampus in Giappone e dalla Lodigiani tra i punti fermi di un impianto di gioco consolidato e vincente.
Un calcio da salotto, aperto e propositivo. Tutti corrono, nessuno si risparmia, il collettivo al centro. Tra i due estremi teorici che vedono da un lato gli allenatori con un approccio top-down (i cui principi nascono dall'alto e definiscono, a cascata, il modello di gioco) e dall'altro i tecnici che con approccio bottom-up (che, in maniera induttiva, costruiscono la squadra partendo dalle caratteristiche e dagli incastri tecnici dei giocatori), il pianeta marselliana orbita intorno al secondo anello. Questo Frosinone piace perché combatte, corre, sa andare uomo su uomo, riempie il centrocampo con forza e non dà mai nulla per perso, mollato, scontato. E il suo, joystick, Marsella, guida bene anche con intuizioni: quando per esempio infila Merola, il“velociraptor” che di colpo ha reso giurassica la difesa del Trapani: un formidabile cacciatore di profondità, dando non solo un'arma decisiva in più, ma in particolare di accelerare e approfondire la manovra d'assalto con insistenza, gamba, verticalità e inserimenti. Da qui il raddoppio di Obleac, da qui un altro sabato da alta nobiltà per il Frosinone. La differenza è anche nei particolari, quelli che danno il senso di una giornata perfetta. Ora il trittico di trasferte: Salernitana, Verona, Livorno sempre da affrontare in smoking, di profilo eleganti e piacevoli da "ascoltare". Il calcio resta il più musicale dei giochi di squadra. E a Frosinone, ormai, non è più un segreto.
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