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Primavera 1

Ludovico D'Orazio, sempre in campo per accendere la Roma

Solo una partita saltata per il talento classe 2000: questo il suo ultimo anno prima del salto tra i grandi

18 Marzo 2020

Ludovico D'Orazio (foto Raffaele Conti)

Ludovico D'Orazio (foto Raffaele Conti)

Ludovico D'Orazio (foto Raffaele Conti)

"Quando D'Orazio si accende son dolori".  La Roma ha deciso di tenerselo a casa come fuori quota, perché capace di risolvere le partite anche da solo. De Rossi lo sa bene e, oltre a una mancata convocazione contro l'Inter, lo ha sempre schierato. Il ruolo è sempre quello: esterno nel tridente, meglio a sinistra che a destra perché capace di mettere in difficoltà chiunque quando rientra. Ce lo ricordiamo quando esplose con i Giovanissimi di Roberto Muzzi, quando insieme a Sdaigui rappresentava l'uomo in più di quella formazione, che da una delle favorite dello Scudetto uscì a sorpresa dopo lo scontro diretto contro lo Spezia. Poi le tre stagioni successive giocate con un po' troppa discontinuità. Quella con l'Under 17 di Toti disputata non al massimo, il primo anno in Primavera vissute troppo spesso lontano dal campo e poi il ritorno. Un po' come Micheal Jordan in Space Jam: "Vediamo se mi ricordo come si fa". Ludovico non se l'è mai dimenticato in realtà. Le magie in Europa League, la capacità balistiche e la funzione in versione assistman soprattutto di quest'anno. Velocità, dribbling, reattività: un porto sicuro nel quale i compagni possono rifugiarsi. "Quando si accende D'Orazio son dolori". Lo sanno bene i terzini che gli chiedono la sovrapposizione, lo sanno bene gli avversari, lo sa bene la Roma che gli ha concesso l'ultimo trampolino di lancio prima di entrare nel calcio dei grandi. Un'opportunità che D'Orazio sta sfruttando alla grande.

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