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lo speciale/6
29 Marzo 2020
La festa della Lazio sotto la Curva Nord
26 maggio 2013 una data che da una sponda e dall'altra della Capitale non verrà facilmente dimenticata, in un modo o nell'altro. Una partita in cui ci si gioca tutto contro l'avversario di una vit. Finì con la vittoria della Lazio quel giorno, con un gol di Lulic al 71' a disegnare inferno e paradiso. Non con la stessa carica emotiva e valenza sportiva, ma due anni più tardi l'Olimpico diventa ancora crocevia stagionale per le due società capitoline, con la Roma che ha l'opportunità di smacchiare l'onta dei grandi con l'undici di Alberto De Rossi. Ad essere diversa è ance la formula, con la finale che si gioca in gara di andata e ritorno. Sull'altra panchina c'è Simone Inzaghi, ancora lontano dalla ribalta della Serie A e da quella strada che lo ha portato già a vincere tre trofei. La Lazio e la Roma che arrivano all'ultimo scontro per la Coppa Italia Primavera in quella stagione rappresentano un periodo florido per i giovani talenti dell'una e dell'altra realtà: i giallorossi vinsero lo scudetto nel 2011 e la Coppa Italia nel 2012, i biancocelesti nel 2013 si laurearono campioni d'Italia e dopo la vittoria contro la Roma bissarono il successo della coccarda tricolore nell'edizione successiva ed alzarono al cielo anche la Supercoppa. In finale ci arrivano in maniera abbastanza diversa. Lazio che rischia grosso negli ottavi, superando il Napoli soltanto ai rigori, mentre la Roma travolge il Parma (5-0) semplice il passaggio del turno ai quarti con il Palermo che cade 4-1 a Formello ed i giallorossi che piegano 3-1 l'Inter. Il colpo le due formazioni lo fanno in semifinale. La Roma batte per due volta l'Atalanta, mentre la Lazio chiude i giochi all'andata (2-0) per poi pareggiare a in casa della Juve (1-1). L'appuntamento con la storia è diluito in una settimana: 24 aprile e 1 maggio.
4-3-3 per entrambi i tecnici che possono schierare le formazioni migliori. De Rossi getta nella mischia Marchegiani, che sostituisce Pop, portiere di Coppa per i giallorossi fino alle semifinali. Anche da mosse del genere si capisce che la posta in gioco non è come le altre, seppur a questo livello l'obiettivo sia lanciare giocatori, piuttosto che alzare trofei (ed in questo la Roma era ampiamente in vantaggio). Davanti al figlio d'arte Paolelli, Calabresi, Capradossi e Sanmartino. Machin è il regista supportato da Pellegrini (lui sì che di strada ne ha fatta e quanta ne farà ancora...) e D'Urso, mentre davanti la stella del tridente è Verde, anche se poi a far più parlare di sé in quell'attacco sarà Sanabria, in quei giorni ancora oggetto misterioso, con Ferri a concudere l'undici. La Lazio risponde con quello che in quel periodo venne indicato da Iker Casillas come uno dei portieri (classe '96) dalla migliore prospettiva in termini europei, Guerrieri (promesse ampiamente disattese per l'attuale terzo alle spalle di Strakosha e Proto). Linea di difesa con Pollace e Seck esterni, al centro Mattia e Prce. Murgia è il leader della mediana biancoceleste dove in cabina di regia c'è uno dei pupilli di Inzaghi, Pace, con Verkaj (altra promessa inesplosa ed ora tra i dilettanti in Germania col Viktoria Aschaffenburg) a chiudere il terzetto. Il meglio della Lazio è in attacco. Tounkara sembra ormai pronto per esplodere, Oikonomidis promette benissimo, e Palombi dopo anni alle spalle di gradi nomi è nel pieno della maturità. ll derby si fa sentire nelle gambe della meglio gioventù capitolina ed il primo tempo (che si chiude sullo 0-0) è decisamente abbotonato. Machin ci prova subito, destro in corsa largo di poco, con D'Urso che non fa molto meglio al 35', mentre Pellegrini al 41' spreca da due passi a tu per tu con Guerrieri. La Lazio non riesce a trovare le misure per far male, facendo registrare una sola occasione, al 42', con Tounkara che supera con un tunnel Marchegiani in uscita e poi, a porta vuota ma da posizione defilata, calcia con sufficienza non centrando lo specchio. Nella ripresa ci prova prima Prce di testa, poi anche Verde (18') poi l'attaccante campano il gol lo trova. Entra in area e viene messo giù in area da Germoni (entrato sull'esterno di sinistra per Seck) che gli tira la maglia. Dal dischetto la conclusione viene intercettata e respinta da Guerrieri, che poi non può nulla sulla sua ribattuta. 1-0 per la Roma. Succede poi poco altro: Marchegiani al 26' si supera su Tounkara e durante l'assalto finale viene annullato per fuorigioco i pareggio (al 51') di Prce che è qualche centimetro più avanti sulla respinta di Marchegiani dopo la bordata di Palombi da centro area.
Con gli stessi undici che avevano iniziato la finale di andata, il primo maggio 2015 va in scena il ritorno. La giornata che Chris Oikonomidis non dimenticherà mai. La montagna da scalare per la Lazio è alta, ma quello che va in scena all'Olimpico sembra essere un disegno che contraddistinguerà poi la carriera di Simone Inzaghi: uscire fuori dalle difficoltà per raggiungere la gloria. Basti pensare con quale clima si sedette per la sua prima avventura dall'inizio della stagione in A, dopo aver sostituito Pioli nelle ultime sette della stagione precedente. Il pareggio con l'andata arriva fortunatamente per i biancocelesti dopo soli sette minuti: Palombi manda di prima in verticale Oikonomidis dopo aver recuperato palla sulla trequarti, l'australiano entra in area e da destra infila Marchegiani sul palo più lontano. Un gol che accende il furore della Lazio. Tounkara ci prova dalla distanza, Marchegiani blocca, poi sempre l'ex Barcellona (che giocherà la sfida con una maglia rigirata e senza numero dopo uno strappo irrimediabile su quella dell'inizio) ruba palla Calabresi e punta la porta, destro potente, Marchegiani respinge e l'azione prosegue con Oikonomidis che crossa in area per Murgia, che di testa la manda fuori. Il raddoppio arriva al 40'. Percussione centrale di Palombi, palla larga a sinistra per Tounkara che entra in area e serve sotto porta Oikonomis: l'11 è preciso e potente, palla dentro, destino ribaltato. A pochi istanti dalla pausa la prima palla gol della Roma è per Sanabria che sfiora il palo. Nella ripresa per la Lazio c'è anche Rossi, che si fa vedere con un bel destro dal limite parato da Marchegiani, che si esalta poi sulla botta dalla distanza di Tounkara. Lo stesso fa Guerrieri con il bolide di Sanabria. A poco più di 10' dalla fine gran girata in area di Vestenicky che viene salvata da una parata strepitosa di Guerrieri. Ultimo tentativo per la Lazio con Murgia, poi la Lazio si mette a difesa della propria porta, la Roma non sfonda e al triplice fischio è tripudio biancoceleste. La Coppa Italia, una città con gli occhi puntati sul suo stadio, una sola squadra che vince: la Lazio.
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