L'INTERVISTA
Buglia: "Giardinetti una famiglia. Alla Virtus Francavilla sto bene"
L'ex bomber biancorosso si racconta a 360°: dall'esperienza con i reds al nuovo cammino in Puglia
Dal Giardinetti alla Berretti della Virtus Francavilla nell’estate del 2019, un salto di quelli che non riescono a tutti considerata l’”età avanzata” per volare nel professionismo. Ma quando sei un bomber del calibro di Federico Buglia non guardi più di tanto in quale campionato giochi, pensi solamente a prendere quel pallone e spararlo in fondo alla rete. Insieme a Giovanni Bernardini (ora all’Aprilia Racing Club, ndr), Buglia ha costituito uno dei reparti d’attacco più forti degli ultimi tempi. Un duo capace di realizzare un totale di 40 gol: “Con Berna mi sento ancora nonostante siamo lontani. So che anche lui sta andando molto bene e sono veramente felice per questo. In campo avevamo un’intesa perfetta, lui mandava in porta me, io lui. Non c’era bisogno di guardarsi… In generale quel Giardinetti è stato un grande gruppo, tutti lottavano per tutti, nessuno si è mai tirato indietro e quando in campo c’è questo affiatamento gli avversari non hanno scampo. Eravamo come una famiglia, a partire dal presidente Antonio Ranieri che non ci hai mai fatto sentire soli, arrivando al prof Ruperto, con il quale mi sento ancora, e passando per mister Leonardo, un vero e proprio fratello. Oltre ad essere un bravo allenatore è un grandissimo stimolatore, ci trasmetteva la cattiveria agonistica giusta e noi la riproponevamo in campo”
L’eliminazione al Candiani contro la Tor Tre Teste è stato un brutto colpo basso, hai rimpianti?
“Una partita bruttissima, siamo andati in vantaggio, meritavamo di vincere ma purtroppo nel calcio bisogna accettare anche gli errori arbitrali. Quella sconfitta non cancella un percorso spettacolare compiuto durante tutta la stagione, siamo usciti dal campo a testa altissima e per questo non ho avuto rimpianti”.
Però una gran bella soddisfazione te la sei presa lo scorso anno…
“La vittoria del Torneo delle Regioni è stato qualcosa di meraviglioso. Anche lì non si mollava di un centimetro, si battagliava fino all’ultimo secondo ed infatti diversi gol, anche decisivi, li abbiamo segnati proprio nei finali di gara. Un gruppo di 20 ragazzi, uno più forte dell’altro, chi entrava dava il fritto. Ricordo che nell’ultima partita del girone, contro il Piemonte, sbagliai un calcio di rigore, saremmo stati eliminati. Ci pensò Cifarelli a portarci avanti nel torneo, fu un’esplosione di gioia immensa. Abbiamo legato tutti in poco tempo, sembrava ci conoscessimo da una vita. Tutte quelle partite vinte negli ultimi istanti ci hanno spinto a credere sempre di più in noi stessi”.
Come detto, chi ha il gol nel sangue lo dimostra sempre. Ed ecco che al primo anno nel professionismo, nella Berretti della Virtus Francavilla, fino allo stop Buglia era a quota dieci reti. Come ti sei trovato nella tua nuova squadra?
“Quando sono arrivato a Francavilla mi sono subito sentito bene e per questo devo ringraziare soprattutto il direttore Marco Capone. Mi ha voluto fortemente, in estate ho ricevuto diverse offerte, alcune molto importanti, ma le sue parole mi hanno convinto ad accettare la Virtus. Posso ritenermi soddisfatto di quanto ho fatto ma questo non dev’essere un punto di arrivo, piuttosto uno di partenza. Oltretutto, a novembre è arrivata la gioia più grande della mia vita, sono stato convocato dalla prima squadra. Vedere il proprio cognome stampato sulla maglia è un’emozione inspiegabile. Colgo l’occasione per ringraziare tutti, dal presidente Antonio Magrì fino ai miei compagni”.
Questo maledetto Coronavirus ha bloccato tutto, cosa ne pensi di un’eventuale ripresa del campionato?
“Credo che non avrebbe senso tornare in campo adesso, sarebbe un rischio enorme. Non possiamo giocare con le mascherine, il calcio è contatto fisico costante, basta che si ammali una persona di qualunque squadra e il danno è fatto”.