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Lazio, i 2005 sono un patrimonio. Dutu e Milani la base di un futuro splendente
La maratona sta arrivando finalmente al termine, dopo una lunghissima scalata, fatta di disciplina, voglia e continuità, che ha permesso a questa Lazio di affermarsi come guida del campionato. Lo stop improvviso di Terni aveva introdotto nella stanza biancoceleste leggeri fantasmi, che sembravano ormai estinti, mandati però subito lontano dall’ottima prestazione contro la Viterbese di Ruggeri e compagni, belli davanti, ma soprattutto solidi dietro. In particolar modo il pacchetto arretrato è apparso l’arma in più di una squadra ormai vicina alla Terra Promessa, così compatta da risultare la migliore in termini di gol subiti. La fortezza issata davanti allo specchio di Magro è stata possibile grazie al grande lavoro dello staff di Sanderra, che ha potuto contare comunque su interpreti di spessore. Oltre al già citato capitan Ruggeri, è innegabile non considerare lo straordinario apporto di Matteo Dutu. L’italo-romeno, dopo gli enormi progressi vissuti nella passata stagione, non ha abbandonato la via maestra della crescita, sviluppando ulteriori doti in fase di chiusura, migliorando anche vistosamente nella fase d’anticipo ed “aggressione” del diretto avversario, rendendo la vita difficile ad ogni attaccante che ha affrontato. Diventato più prestante anche dal punto di vista dell’impostazione, il centrale è un’assoluta garanzia dalle parti di Formello, pronto nel futuro prossimo anche ad esser un grande protagonista, magari sognando una chiamata di Sarri. Al contempo nella sfida ai leoncini uno dei protagonisti dello show è stato Alessandro Milani, ritornato ai suoi livelli nelle ultime settimane. Il treno ad alta velocità, che aveva dominato in lungo ed in largo nello scorso campionato, ha arato in continuazione la fascia mancina nella sfida di sabato, fornendo anche il cross da cui è nato il vantaggio, e andandosi a procurare il penalty in grado di valere il poker. Il terzino ha dovuto vivere una stagione complessa; fermato in avvio da qualche fastidio muscolare, il numero tre si è visto poi superare nelle gerarchie da Bedini nel filotto di vittorie decisive nei mesi invernali, dovendo poi vedere troppe partite dalla panchina rispetto al solito. L’azzurro però non si è mai fermato, continuando a lavorare nel giusto modo, fino a riprendersi la sua zona di competenza. L’ennesima testimonianza, l’ennesima prova di un gruppo importante come i classe 2005 in quel di Formello. Pedine centrali nella corsa alla promozione verso la Primavera 1, che, qualora dovesse accadere, loro vivranno da grandi protagonisti nella prossima annata.